Lambertis: quando l’acqua è nel DNA

Tale padre, tale figlio. Posato, educato ed elegante, Matteo Lamberti segue le orme di papà Giorgio e di mamma Tanya. Un piccolo talento nato dall’unione di due grandi DNA acquatici: “porto un cognome importante, ma  faccio il mio percorso in tutta serenità, cercando di dare sempre il massimo. Sono consapevole del fatto che quando ho dei risultati importanti i riflettori sono puntati su di me” racconta Lamberti jr a Nuotopuntocom. E proprio alle Universiadi di Napoli, nel contesto della rinnovata Scandone ha nuotato i 1500 metri chiudendo quinto e migliorando sensibilmente il proprio personale già dalle batterie (15.15.83) 13 secondi in meno dei Campionati italiani assoluti di Riccione. “Non me l’aspettavo, ma papà era fiducioso, sapeva che valevo questo tempo. Io non ero convinto, alla fine aveva ragione lui. È bellissimo giocare in casa, il pubblico mi sprona e mi gasa molto”.

E tra una vasca e l’altra, si dedica anche allo studio: “I miei genitori mi hanno dato il massimo supporto: oltre a essere i miei tecnici, danno valore anche alla mia formazione, perché é sempre utile darsi una seconda opportunità, oltre alla carriera sportiva. Studio Economia Aziendale, all’ Università di  Brescia, una facoltà che mi piace”.

Si sa, il nuoto italiano regala talenti.  Ce lo stanno dimostrando gli azzurrini impegnati agli Eurojuniores di Kazan, così come quelli che stanno disputando le Universiadi a Napoli. “Sarebbe bello dare più spazio al nostro sport. Atleti come Detti e Paltrinieri e altri hanno dato tanto al nuoto, vorrei che se ne parlasse di più” sostiene Matteo.  In occasione della Swim Cup di Pavia dello scorso giugno, avevamo incontrato il monumentale Giorgio: “Il panorama editoriale attuale è frammentato e molto vario. Trovo che manchi un punto di vista più autorevole, focalizzato sugli aspetti tecnici e sui risultati. Inoltre è importante comunicare il nuoto in maniera più professionale e tecnica, valorizzando la preparazione stagionale di alto, medio e basso livello. Il nuoto è un mondo vastissimo: basti pensare solo alla propaganda. Bisogna mettersi in gioco, sollecitare, fare proposte, far capire il valore del nuoto a trecentosessanta gradi. Poi è chiaro, ci sono i professionisti, gli atleti di punta, circuiti che crescono, ma ci sono tantissime persone, cinque o sei milioni di italiani che a modo loro si dedicano all’acqua. Anche questo è nuoto”. Parola di Lambertis.

Ph. ©Giorgio Scala/DeepBlueMedia

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