Aussie: un mondiale da film, ma l’unione fa la forza

Probabilmente uno sceneggiatore non avrebbe saputo fare di meglio. Il mondiale sudcoreano del team Australia potrebbe perfettamente essere inquadrato come un episodio di una soap opera, secondo le parole dell’atleta di punta della squadra Cate Campbell.

L’apertura col botto, con la presa di posizione antidoping di Mack Horton nei confronti del cinese Sun Yang e il colpo di scena finale: Shayna Jack positiva al Ligandrol.  Se alla Campbell è sembrato un film, l’head coach Jacco Verhaeren non potrebbe essere più soddisfatto: gli Aussie sono cresciuti, hanno reagito con grinta alle disavventure e si sono riscattati dopo la fallimentare spedizione in Ungheria del 2017 che li ha visti ottavi nel medagliere, con un solo oro.

Mack Horton si rifiuta di salire sul podio durante la cerimonia di premiazione

“Un gioco da ragazzi in previsione di ciò che li attenderà a Tokyo. Gli atleti e i tecnici lo sanno, nessuno vorrebbe trovarsi di fronte a tali controversie, ma sono questi gli eventi che ti rendono in grado di affrontare qualsiasi cosa. Abbiamo dovuto gestire una situazione complessa, ma non ci siamo fatti distrarre” ha dichiarato un orgoglioso Verhaeren, che poco prima della spedizione sudcoreana ha annunciato l’intenzione di voler tornare in Olanda al termine dei Giochi olimpici del 2020. 

L’Australia è giunta seconda nel medagliere, vincendo ben quattro staffette su sei. Una perfetta performance corale, che va oltre quanto accaduto al di fuori della vasca. “Abbiamo dimostrato forza e integrità, ci siamo difesi ferocemente l’un l’altro” ha proseguito la Campbell.

Oro- staffetta 4×100 mista mista

Solo un oro individuale per il team, ma dal valore eccezionale: Ariarne Titmus ha strappato il titolo del mondo dei 400 metri stile libero alla stella statunitense Katie Ledecky.

Oro-staffetta 4×200 femminile

 

Oro- staffetta 4×200 maschile

 

FONTE: 7 News Australia

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