Ilaria Cusinato e Shane Tusup: all in su Tokyo 2020

Lungo il bordo della piscina olimpionica di Cittadella (nella foto) intercettiamo all’uscita dell’allenamento mattutino Ilaria Cusinato, protagonista dello switch più clamoroso dell’anno, in compagnia del suo nuovo tecnico Shane Tusup.

Nuoto•com: nuovo allenatore, nell’anno preolimpico: una scelta coraggiosa. Puoi raccontarci come nasce e si concretizza questo progetto, che oltre a quelle tecniche ha implicazioni non irrilevanti anche sul piano logistico?

Ilaria Cusinato: il rapporto con Tusup nasce a Glasgow, dove Shane mi ha fatto i complimenti per le medaglie conquistate (argento nei 200 e 400 misti, NdR). Dopo gli Europei ci siamo tenuti in contatto, avevo il presentimento di un rapporto destinato a consolidarsi anche perché già in Scozia sentivo che il mio futuro non sarebbe stato a Ostia, nonostante per tutto l’anno successivo mi sia impegnata per colmare le mie lacune. Dopo Gwangju i contatti si sono intensificati: io ho lanciato l’idea di una collaborazione, lui si è reso disponibile e nel mese di agosto il progetto si è concretizzato. Abbiamo deciso di partire da Cittadella dove abbiamo un buon supporto logistico, ora dobbiamo trovare una sistemazione per l’autunno perché qui la vasca lunga è scoperta e fra qualche settimana non sarà più utilizzabile. Vogliamo restare in Italia sino a fine anno, dato che le gare alle quali abbiamo deciso di partecipare sono quasi tutte in Europa. Con il nuovo anno ci trasferiremo invece negli USA, seguendo il calendario agonistico, in modo da minimizzare gli spostamenti con relativi problemi di fuso orario.

NPC: come ti sei confrontata con la Federazione rispetto a questa scelta? E con i compagni della Squadra nazionale?

IC: ne ho parlato con Cesare Butini, che mi ha dato parere favorevole. Per il resto, è un progetto che gestisco in piena autonomia. Gli unici vagamente a conoscenza delle mie intenzioni erano Gregorio Paltrinieri, Mattia Zuin e Gabriele Detti. La più informata e quella con la quale ne ho parlato più a lungo è Margherita Panziera, che mi ha dato un grande supporto: quando ho preso la decisione definitiva ero in vacanza con lei a Ibiza.

NPC: passi in maniera repentina da una programmazione classica, basata su molto allenamento e un numero limitato di gare, a un approccio completamente opposto, fatto di competizioni continue sempre a livello di peak performance. È un cambio che ti spaventa? O lo trovi motivante?

IC: non mi spaventa per nulla. Io ho iniziato a nuotare abbastanza tardi, ma qui a Cittadella i miei allenatori mi hanno sempre abituata e incentivata a disputare il maggior numero di gare possibile, cercando di coprire tutti gli stili e tutte le distanze, quindi in realtà per me è stato più difficile ridurre il numero di competizioni. Disputare meno gare mi ha tolto un po’ di tranquillità, aumentando la pressione psicologica su ogni singolo evento. Credo che il diverso approccio di Shane sia più adatto alla mia storia e alle mie caratteristiche, e sono molto entusiasta e motivata.

NPC: è passata solo una settimana, ma come ti sembra di reagire agli allenamenti del tuo nuovo coach, storicamente basati sull’altissima intensità?

IC: prima di tornare in vasca mi sono goduta tre settimane piene di vacanza, di conseguenza i primi due giorni sono stati drammatici. Dal terzo giorno in poi mi sono sentita molto meglio, ho sentito il mio corpo reagire in maniera positiva. Mi sento benissimo e sono certa che ogni giorno che passa andrà meglio, sono un’atleta molto adattabile e la durezza degli allenamenti non mi spaventa.

NPC: a meno di dodici mesi da Tokyo hai deciso di andare all in: questo progetto è finalizzato esclusivamente alle Olimpiadi o avete anche ragionato sul dopo, a prescindere dai risultati che otterrai in Giappone?

IC: il primo obiettivo è naturalmente la qualificazione per i Giochi, che puntiamo a raggiungere prima dei Campionati primaverili. Le aspettative per Tokyo sono alte, non mi nascondo, la finale è l’obiettivo minimo. Tutte le energie e le attenzioni sono focalizzate sui Giochi, ma sono convinta che ci troveremo bene e che il sodalizio proseguirà: Shane già parla dei Mondiali 2021.

NPC: parliamo della vita oltre il nuoto: come procede il tuo percorso di studio e di formazione?

IC: io studio Mediazione linguistica. Mi sono appena disiscritta dall’Università di Roma per ovvi motivi, ora sto cercando un ateneo che mi consenta di seguire il piano di studi senza obblighi rigidi di frequenza, per poter studiare e prepararmi anche mentre sarò all’estero. Ho trovato grande attenzione e disponibilità da parte dell’Università di Padova, in ogni caso finché nuoto ho intenzione di continuare gli studi in ambito linguistico. Terminata la carriera sportiva non escludo di dedicarmi anche ad altri ambiti.

NPC: ci racconti il progetto multimediale parallelo a questa esperienza di allenamento?

IC: il progetto, ideato da Shane, prende il nome di Olympic Dark Horse, un webdoc a cadenza bisettimanale pubblicato su Youtube che seguirà passo passo la mia preparazione per Tokyo. Un’esperienza inedita per il nuoto italiano e, per quanto mi risulta, mondiale. Il materiale, raccolto e editato da un videomaker professionista, diventerà poi un film dopo la chiusura dei Giochi.

Mentre Ilaria si avvia al meritato riposo, intercettiamo coach Tusup.

NPC: hai di fronte una grande sfida e nessuna uscita di sicurezza: non hai il tempo di procedere per prove ed errori. Come hai programmato la preparazione di Ilaria per i prossimi dodici mesi?

Shane Tusup: non molto diversamente dal solito, non sono particolarmente preoccupato. Non ho intenzione di stravolgere Ilaria come atleta, ma penso che un cambio di registro possa farle bene. La mancanza di tempo può essere un vantaggio per tutto il team, perché ci costringe a rimanere concentrati. Tra me e Ilaria c’è una comunicazione continua, sappiamo entrambi cosa vogliamo ottenere e siamo disposti a fare i sacrifici necessari. La cosa più importante è affinare la comunicazione, la chimica e la fiducia reciproca. Per me è indispensabile ricevere feedback dagli atleti, non sono quel tipo di allenatore che dice “fai così e così”: quello non è allenare, è andare avanti e indietro per la vasca. Come dicevo, da un lato sarebbe preferibile avvicinarsi alle Olimpiadi per step: Europei, Mondiali, World Cup, ma ce la faremo ugualmente. Io lavoro molto sulla forza, e in questi primi giorni Ilaria sta rispondendo egregiamente, è un’agonista naturale. Nella mia testa la stagione è divisa in due parti, la prima di adattamento ai nuovi carichi, la seconda di avvicinamento ai Giochi.

NPC: su quale prova pensate di concentrarvi in chiave olimpica? I 200 farfalla, i 200-400 misti? Pensate di ampliare il range delle gare?

ST: io non mi concentro sulle singole prove ma su Ilaria come atleta. Cercheremo di ottenere la qualificazione nel maggior numero di gare possibili e in base ai pass conseguiti ci regoleremo di conseguenza. La qualificazione è già un grande successo, non dobbiamo dimenticare che cosa straordinaria è partecipare alle Olimpiadi. Poi ci concentreremo sull’accesso alle finali, poi a salire sul podio: questo sarebbe un risultato fantastico, ma per raggiungerlo non dobbiamo perdere di vista il quadro complessivo. Dobbiamo lavorare per arrivare nelle condizioni migliori possibili per dare l’assalto alla medaglia d’oro. Ilaria può farlo, è una nuotatrice straordinaria, nell’élite mondiale, non esagero se dico che può essere un’atleta che segna un’intera generazione.

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