“Io, anello di congiunzione fra due mondi”

Proseguiamo l’avvicinamento al Galà annuale del Team Veneto con un’intervista ad Aglaia Pezzato

Nuoto•com: sei tornata “a casa” e hai ripreso ad allenarti con Tonino Spagnolo, come è stato il rientro?

Aglaia Pezzato: ho deciso di tornare a casa dopo aver vissuto una stagione e mezza a Verona presso il Centro Federale. Credo che all’epoca, quella di allontanarmi da casa sia stata la scelta giusta e credo che ora dopo aver concluso un periodo di formazione lì, sia stato giusto tornare. Il rientro ai miei ritmi è stato piuttosto semplice, chi ha dovuto stravolgere la propria quotidianità è stato proprio Tonino che dalla mia partenza per Verona si era dedicato ad altri aspetti del suo lavoro e con il mio rientro ha dovuto rivedere l’organizzazione della sua vita. Per questo (e per molto altro) gli sono molto grata. Sono felice dell’equilibrio che stiamo trovando, i primi mesi assieme, ovvero gli ultimi della stagione scorsa sono serviti unicamente per tornare in sintonia. Ora stiamo lavorando a pieno regime

NPC: quali sono i progetti per la stagione appena iniziata?

AP: senza nascondersi dietro al famoso dito, l’obiettivo stagionale è ovviamente la qualificazione per l’Olimpiade. Non sarà affatto semplice, manco alle manifestazioni internazionali estive da tre stagioni e il tempo a disposizione per recuperare la forma non è moltissimo. Nonostante questo mi sento nel posto giusto per potermi giocare le mie carte, partendo o meglio ripartendo dai meccanismi che mi hanno permesso quattro anni fa di qualificarmi per Rio. L’avvicinamento alla fase primaverile della stagione vedrà come sempre delle tappe intermedie in vasca corta, vasca nella quale mi sento a mio agio e amo gareggiare

NPC: come è nata la tua collaborazione con Swimswam Italia?

AP: esattamente un anno fa mi sono laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’università degli Studi di Padova, aver avuto in questi anni un impegno al di fuori della vasca mi ha aiutata molto. Mi ha permesso di dividere la pressione su due aspetti della mia vita e di non riversarla unicamente in acqua. Per questo, e per mettere le basi per quella che mi auguro possa essere una possibile carriera una volta conclusa quella da atleta, ho deciso di iniziare una collaborazione con il sito Swimswam. Conoscevo la redattrice della sezione italiana Giusy Cisale già da tempo, e nel maggio scorso le ho sottoposto alcuni miei testi per sapere cosa pensasse della mia scrittura. Ci siamo piaciute subito. E poi questo mestiere mi permette di alternare forma sempre diversi: dalla cronaca, alla traduzione, all’intervista. Non avrei mai immaginato di appassionarmi tanto a questo percorso. Il giornalista viene talvolta visto dagli atleti come un giudice inquisitore pronto a mettere solo la lente d’ingrandimento gli errori commessi. Potermi occupare degli altri articoli con ancora entrambi i piedi immersi nell’acqua mi rende una specie di anello di congiunzione tra i due mondi. Voglio fare tesoro di questa opportunità

NPC: che rapporto hai con le nuove tecnologie e con i social in particolare? E come pensi abbiano influito sul rapporto tra atleta e allenatore?

AP: per la mia generazione il termine “nuove tecnologie” non riesce a trovare un riscontro della vita reale. Ho 25 anni e i social network sono di fatto cresciuti insieme a me. Il mio rapporto con i social si limita più che altro all’utilizzo di Instagram, piattaforma nella quale ho un profilo pubblico che utilizzo principalmente per la condivisione di materiale legato alla vita da atleta, agli sponsor che mi supportano e ogni tanto alla mia vita privata. Credo che demonizzare i social non sia né giusto né sbagliato ma semplicemente inutile. Questa è la quotidianità in cui viviamo e ciascuno dovrebbe trovare il proprio equilibrio tra il tempo dedicato ai contatti interpersonali e quelli virtuali, che talvolta possono rivelarsi delle occasioni di crescita reciproca

NPC: cosa rappresenta il Team Veneto per Aglaia Pezzato?

AP: sono entrata a far parte del Team Veneto nel 2007. Dodici anni dopo sono molto fiera di dire che pur avendo visto con i miei occhi molti cambiamenti nella forma e nella struttura della società quello che è rimasto immutato è la missione della squadra: creare una rete stretta e ben salda tra le realtà del territorio. Ho avuto la fortuna di conoscere Gianni Gross, fondatore del Team, e di confrontarmi spesso con lui. A dire la verità è stato solo grazie alla testardaggine di Gianni che Tonino Spagnolo ha accettato di allenarmi nel 2013. Quando ero piccola, spesso la più piccola, durante le trasferte per i Campionati Assoluti o il trofeo Settecolli, grazie al Team Veneto ho potuto vivere a stretto contatto con quelli che all’epoca erano i miei idoli sportivi. Condividere la camera d’albergo, il piano vasca, qualche allenamento e più di ogni altra cosa partecipare assieme a loro alle staffette. Poter rubare con gli occhi i piccoli dettagli che distinguono un atleta da un campione. La mancanza di Gianni è ingombrante almeno quanto lo è stata la presenza, ma la sua capacità di delineare linee dritte e precise in questo disegno che è il Team Veneto sono sicura permetteranno a tutti noi ora di ricalcarle per lungo tempo

 

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