Il sigillo dell’ispettore

Una civiltà nata dall’acqua.

La civiltà Egizia era nata dall’acqua. Grazie al Nilo e alle sue esondazioni, infatti, era sorta quell’agricoltura feconda che aveva fatto fermare l’uomo cacciatore/raccoglitore e nascere la civiltà. Ci volevano molti dei per spiegare quel miracolo. Gli egizi ne avevano uno per ogni sfumatura. C’era Hapy, il dio delle inondazioni annuali, Anuqet, la nutrice dei campi e Nefti, la dea dei fiumi. Khnum era quello che proteggeva il Nilo e Sobek, il coccodrillo, quello che teneva gli uomini lontani dai suoi pericoli. Infine c’era Tefnut, la dea dell’acqua, colei che portava la fertilità.

Acqua sacra.

Per gli egizi l’acqua era davvero sacra. Si offriva come sacrificio e ci si immergeva in essa per purificarsi. Aveva un ruolo in tutti i momenti essenziali della vita. L’ossessione per l’aldilà, per esempio, li portava a lavare con acqua i corpi dei morti, prima di mummificarli. Quell’acqua veniva da Osiride, il dio morto e risorto. A lui si chiedeva il dono di una vita nuova. Il Nilo era acqua. Ma anche il Nun. Il Nun era proprio l’acqua della vita, dalla quale nascevano tutte le forme. Esso scorreva nel sottosuolo e riaffiorava nelle sorgenti. Gli egizi lo conservavano nei laghi sacri, bacini artificiali legati ai templi, da dove si poteva attingere.

L’acqua che unisce.

L’acqua era lavoro, era sacralità, ma era anche comunicazione. La maggior parte dei contadini aveva imparato presto a sfruttare il suo potere. Canalizzazioni e bonifiche avevano portato il benessere. Intrecciando il papiro, però, gli egizi, avevano anche imparato un modo per fare imbarcazioni e navigare nel grande fiume. Con questi natanti privi di chiglia e di rapida costruzione, svilupparono commerci formidabili. Furono questi traffici ad unire i piccoli e i grandi centri dislocati lungo la costa, creando un grande Regno.

Un calendario scandito dal fiume

Anche il tempo ruotava intorno al fiume. Il calendario era scandito dai suoi mutamenti, per cui l’anno si divideva in tre stagioni. Il suo inizio coincideva con la prima piena. La prima stagione iniziava a luglio ed era la stagione delle coltivazioni sommerse. La seconda cominciava a novembre e corrispondeva al ritiro delle acque. La terza andava da marzo al luglio successivo, ed era la stagione dei raccolti.

Persino l’orientamento si faceva con l’acqua. Il punto di riferimento era il sud, la direzione da cui arrivava l’onda benefica della piena.

Il sigillo dell’ispettore delle acque.

L’ispettore delle acque era il funzionario che vigilava sui movimenti del Nilo. Il suo sigillo attestava la garanzia della sua presenza. Le immagini del suo marchio (figura), ci dicono che gli egiziani nuotavano e che lo facevano bene. Quegli uomini allungati con braccia e gambe distese ci fanno anche pensare che in questa civiltà dell’acqua, 3200 anni prima della nascita di Cristo, lo stile usato era qualcosa di davvero molto simile al nostro stile libero.

 

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