Christopher Ciccarese: una stagione per tornare al top. Roma 2022? Non c’è cosa più bella

Le due cose più belle che possano capitare nella carriera di un atleta? Le Olimpiadi e gareggiare in casa, sotto gli occhi del proprio pubblico. Questo il pensiero di Christopher Ciccarese, dorsista romano del Circolo Canottieri Aniene, allenato da Mirko Nozzolillo e agente del corpo militare delle Fiamme Oro.

Mancano meno di 200 giorni alla manifestazione a cinque cerchi e il pass per il Tokyo è sicuramente nel suo mirino. Ma non solo: “Senza dubbio voglio tentare la qualificazione per le Olimpiadi. Ma quest’anno ci sono anche gli Europei e il tempo limite è alla mia portata. Il mio obiettivo principale è quello di  nuotare nuovamente i miei personali nei 100 e 200 dorso che sono del 2014 e del 2015. Si deve sempre migliorare. Roma 2020? Io avrò 32 anni. Ma l’ho già detto a Mirko, io voglio esserci. Avevo 19 anni ai Campionati mondiali del 2009 e mi ricordo ancora il calore e il tifo del pubblico allo Stadio del Nuoto. Vorrei provare la stessa emozione, ma da atleta. Deve essere pazzesco”.

Christopher ama il suo sport e si ritiene fortunato a poterlo praticare ad alti livelli: non ci sono altre ragioni, è proprio questa passione che lo spinge a dare il massimo durante ogni seduta di allenamento. “Non tutti hanno la fortuna di fare ciò che amano. Sarò sadico, ma mi piace faticare. Mi piacere alzarmi presto la mattina e lavorare duro. Sono fortunato, il nuoto è diventato il mio lavoro grazie alle Fiamme Oro. Continuerò a nuotare e macinare chilometri finché il mio fisico me lo permetterà e finché i risultati ci saranno”.

Ma facciamo un passo indietro, a quando tutto iniziò, perché dietro l’atleta di oggi c’è una storia; una storia particolare che l’ha portato tra le corsie all’età di tre anni. “Stranamente ho iniziato ad andare in piscina per via di un’otite, lo consigliò il pediatra a mia madre. Praticamente il primo mese non ho mai nuotato, avevo tre anni. Ho iniziato in un secondo tempo e piano piano mi sono appassionato. Sono sempre stato un atleta molto leggero, poco fisico e con il tempo non avevo risultati. Nel 2011 ho conosciuto Mirko e con lui sono arrivate le prime soddisfazioni. Nel 2010 ho avuto un infortunio alla spalla, quindi il primo anno sotto la sua guida è stato difficile, mi sono dovuto fermare per risolvere definitivamente il problema. Ho ripreso l’anno successivo e siamo riusciti ad arrivare alle Universiadi del 2013 a Kazan, la mia prima esperienza in Nazionale. Il ricordo più bello? Sinceramente tanti. Il mio primo titolo italiano a dicembre del 2012, ma anche la convocazione per Berlino 2014 quando ho nuotato i 100 dorso in 53.94, migliorato l’anno successivo alle Universiadi di Gwangku in 53.92. Non è da meno anche l’oro ai Giochi del Mediteranneo di Tarragona 2018 nei 200 dorso. Trovo che il mio punto di forza sia un buon galleggiamento, essendo leggero, ma devo migliorare sulla virate”.

E se c’è un modello a cui si ispira, questo è sicuramente Michael Phelps:Semplicemente il numero uno. Ha vinto tutto, si è ritirato, è tornato vincendo di nuovo, per chiudere in bellezza la carriera. Chi potrebbe fare meglio? Seguo anche il basket, ammiro Michael Jordan, ma anche Lebron James. All’età di 35 anni riesce ancora a fare la differenza in NBA, un fenomeno”.

E il suo futuro parlerà sempre di nuoto, di acqua. Se pensate ad un potenziale allenatore siete fuori strada. Christopher vuole lavorare con i più piccoli: “vorrei dedicarmi ai corsi di acquaticità, insegnare ai bambini a nuotare, ad approcciarsi correttamente con l’acqua, sembra divertente. Ogni tanto mi è capitato di pensarci e questo potrebbe essere il mio progetto concreto. Al momento non ho altri pensieri, non mi vedo come un aspirante allenatore”

 

© Andrea Masini/Deepbluemedia/Insidefoto

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