I Neanderthaliani sapevano nuotare, perlomeno quelli italiani

Nuove scoperte suggeriscono che i nostri cugini evolutivi Neanderthaliani sapevano nuotare, e che avessero sviluppato questa abilità per andare a pesca di molluschi.

Il ricercatore Paolo Villa dell’Università del Colorado ha pubblicato un paper sull’autorevole rivista Plos One nel quale descrive il ritrovamento nella Grotta dei Moscerini, una cavità nei pressi di Gaeta (LT), di utensili realizzati con gusci di molluschi, per la precisione callista chione, meglio noto come vongolone, fasolaro fasolara. Il ritrovamento risale agli anni Quaranta del secolo scorso, quando si pensava che i gusci fossero stati rinvenuti sulle vicine spiagge, ma un’analisi più approfondita ha rivelato che circa un quarto dei reperti furono realizzati con conchiglie pescate in mare, da due a quattro metri di profondità secondo Villa.

Era già noto che i Neanderthal raccogliessero molluschi e pescassero in acque poco profonde, ma non c’era alcuna prova che fossero in grado di nuotare e di immergersi a tali profondità per procurarsi cibo e utensili; anzi, questo era un criterio utilizzato per distinguerli dai Sapiens. Ora questa distinzione non regge più.

Lo scorso anno, sempre su Plos One, il prof. Erik Trinkhaus dell’Università di Washington aveva evidenziato come alcuni resti di Neanderthal mostrassero segni di una patologia definita orecchio del surfista, attribuita all’esposizione prolungata al maltempo; i reperti della Grotta dei Moscerini parrebbero invece restituirci l’immagine di un Neanderthaliano nuotatore provetto.

 

Leggi l’articolo su Plos One [ENG]

Ph. ©Sgrunden@Pixabay 

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