Speciale Gruppi Sportivi Militari: le Fiamme Rosse

Il viaggio tra i Gruppi Sportivi Militari e dei Corpi dello Stato giunge alla terza puntata. Questo mese presentiamo le Fiamme Rosse, il Gruppo Sportivo dei Vigili del Fuoco, attraverso un’intervista con il vicepresidente Fabrizio Santangelo.

Istituito nel 2013, il Gruppo ha di recente aperto anche agli sport acquatici e punta a crescere ulteriormente. Sebbene ancora in crescita,le Fiamme Rosse possono vantare di aver avuto con sé una delle atlete di punta del nuoto azzurro, l’attuale campionessa mondiale dei 1500 metri Simona Quadarella.

Sig. Santangelo, mi illustra la struttura delle Fiamme Rosse?
Al vertice c’è il GS Fiamme Rosse con sede a Roma che dipende direttamente dal capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ed è incardinato nell’Ufficio delle Attività Sportive che io stesso dirigo. La sua funzione è quella di occuparsi del coordinamento di tutte le attività sportive. Subito sotto le Fiamme Rosse ci sono i Gruppi Sportivi provinciali: in Italia ci sono 103 provincie e ognuna di esse ha il proprio Comando dei Vigili del Fuoco con relativo Gruppo Sportivo, che svolge sia attività agonistica, sia amatoriale per i giovani che desiderano avviarsi allo sport. Qualora essi arrivino ad un livello piuttosto alto, avrebbero la possibilità di fare un concorso ed entrare a far parte delle Fiamme Rosse. Abbiamo delle società “parallele” , che chiamiamo tali perché molto vicine a noi. Tra queste, spiccano gli “Amici Vigili del Fuoco” di Modena, per le quali è tesserato Stefano Ballo, atleta di punta dell’Italnuoto. L’organico dovrebbe arrivare a comprendere in totale 30 atleti: 11 in servizio, 10 vincitori di concorso in attesa di espletare il corso di formazione e altri 9 che potrebbero essere assunti dopo le Olimpiadi di Tokyo. Lo status di atleta, ovviamente, si conserva solo a fronte di competizioni e buoni risultati almeno a livello nazionale. Tuttavia siamo comprensivi: non licenziamo nessuno, gli atleti rimangono nel corpo, ma vengono restituiti ai servizi.

Quali caratteristiche dovrebbero avere gli atleti dei Vigili del Fuoco?
Noi puntiamo sui giovani. In prossimità di un concorso io mi informo, seguo bene la vicende sportive quando siamo vicini all’uscita di un bando e insieme al resto del Gruppo individuo i giovani più promettenti che praticano discipline olimpiche. Questo discriminante è importante, perché si tratta di sport decisamente più mediatici: dispiace non avere aperto al nuoto di salvamento, ma per quanto sia affascinante non ha visibilità, in quanto non ammesso alla manifestazione a cinque cerchi. I nostri concorsi sono lunghi e una volta terminati i vincitori devono sostenere i corsi di formazione. La giovane età è fondamentale, perché in questo modo ci garantiscono tanti anni di agonismo ad alti livelli, infatti Simona Quadarella aveva solo 17 anni quando è entrata nel gruppo; in occasione della prima assunzione il più grande ne aveva 23. Della sezione nuoto, abbiamo con noi Lorenzo Mora e il nuovo arrivato Fabio Lombini, entrambi classe 1998.

Quali sono i traguardi più significativi raggiunti che metterebbe in evidenza?

La sezione nuoto e tuffi del G.S. VV.F. Fiamme Rosse, che fino a poco tempo fa aveva come atleta di punta Simona Quadarella, campionessa del mondo e pluricampionessa europea del mezzofondo dello stile libero, dimessasi il primo dicembre 2019, oggi punta su Lorenzo Mora e Fabio Lombini, e uno specialista della piattaforma, Mattia Placidi.nMora ha recentemente stabilito il nuovo record italiano assoluto nei 200m dorso in vasca corta ed è stato finalista sia nei 100m che nei 200m dorso agli ultimi Campionati europei di Glasgow; Lombini, invece, dopo il secondo posto italiano assoluto ed la finale europea nei 200m stile libero del 2017, resta ad oggi uno dei pretendenti ad entrare nel quartetto della 4X200sl già qualificata per le olimpiadi di Tokyo; Placidi, infine, più volte campione italiano assoluto dalla piattaforma 10m, finalista europeo nel 2016 e 2017, dopo qualche problema fisico sta tornando ai vertici italiani della specialità.  

Secondo il suo parere, i Gruppi Sportivi Militari che valore aggiunto danno allo sport?
Trovo che sia una grande opportunità, ed è abbastanza evidente: le società civili rimborsano a malapena le trasferte e non possono permettersi di retribuire gli atleti. Al contrario, noi diamo loro la possibilità di allenarsi due volte al giorno, garantendogli uno stipendio mensile. Grazie al supporto dei Gruppi Sportivi Militari, gli atleti possono dedicarsi al loro sport, alla loro passione e continuare a praticarlo ad alti livelli senza doversi trovare a fare un’importante scelta di vita arrivati. Riescono a vivere  tranquillamente e con serenità, senza preoccuparsi di un futuro dopo l’agonismo.

Quali sono i doveri degli atleti nei vostri confronti?
Noi vogliamo che i nostri atleti si sentano parte di un’istituzione a tutti gli effetti e non solo formalmente. Devono essere in grado di rappresentare degnamente il gruppo di cui fanno parte, non cadere nella tentazione del doping ed essere presenti alle manifestazioni quali giuramenti o la festa di Santa Barbara. In sostanza, oltre a vincere e garantire risultati, devono partecipare attivamente alla vita del corpo.

Fiamme Rosse: il sito ufficiale

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