Lo sport di De Coubertin

Vagabondaggio dell’immaginazione.

Tra le cose che dice De Coubertin sullo sport, mi piace la sua affermazione che è utile ai giovani per impedire un certo “vagabondaggio dell’immaginazione”.

Ma cos’è questo vagabondaggio dell’immaginazione? Vagabondaggio dell’immaginazione credo sia la tentazione insita in ogni formazione intellettuale. E’ il rischio che manchi gravemente il realismo necessario per vivere. Tutta la formazione intellettuale è malata di questa mancanza.

Lo era allora. Lo è ora.

Educazione intellettuale

L’educazione intellettuale che fa la scuola, che esclude l”‘io corpo” (così lo chiamava Freud) dalla questione del vivere (anche se dice di farlo), presenta ai giovani una vita finta. E’ una vita fatta sulla carta, non corrispondente alla realtà. Si tratta di una rappresentazione piena di principi astratti e attrattive obbligate che non tengono conto di tutti i fattori della vita. Eppure è una rappresentazione che ha la pretesa di indirizzare proprio la vita. L’immagine presentata è difforme all’esperienza individuale, in dissenso con la percezione diretta della realtà, discordante soprattutto in relazione alle reali possibilità della volontà e dell’intelletto.

Idealismo

Non è solo l’idealismo ottocentesco e novecentesco che fa così. E’ roba antica, roba greca. Un tratto proprio di ogni sistema che cerca di essere educativo pianificando la realtà. Esso presenta percorsi possibili e augurabili, omettendo o nascondendo la drammaticità del libero arbitrio, delle pulsioni e della vita relazionale.

Relazioni vive

Lo sport agonistico costringe ad immergersi nella realtà viva. E’ il corpo che agisce, desidera, pensa, prova. E’ una forma che oltretutto consente di “tener sempre viva la fiaccola della voluttà che, contrariamente a quanto si può credere, non s’identifica con il semplice benessere, ma con un intenso piacere fisico”.

Tra l’altro, dice De Coubertin, aiuta chi pratica “a non indulgere troppo alla collera, “uno stato d’animo che nella vita può scaturire da infinite cause: ingiustizie, sfortuna, malintesi, istinti frustrati, sentimenti non ricambiati, occasioni mancate… che l’astrazione dei principi sollecita.

Insomma offre all’uomo una possibilità per starci.

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