Certezze e dubbi da Tokyo

Craig Lord SWMUn ritardo di uno o due anni sarebbe l’opzione “più fattibile” se i Giochi olimpici di Tokyo 2020 non si potessero svolgere nelle date previste a causa dell’emergenza sanitaria globale del coronavirus (COVID-19), questo quanto riferito alla Reuters da un membro del comitato esecutivo del comitato organizzatore.

Haruyuki Takahashi, uno dei membri del comitato esecutivo di Tokyo 2020, ha rivelato che il gruppo dirigente ha appena iniziato a esaminare gli scenari su come il virus possa influenzare i Giochi.

Il messaggio di Organizzatori e del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) è finora un coerente “I Giochi devono andare avanti“, poiché gli sponsor che hanno pompato miliardi di dollari diventano sempre più nervosi su come l’epidemia di coronavirus possa influenzare il loro investimento nei Giochi. Ad oggi nulla è cambiato.

Takahashi riferisce però a Reuters che il danno finanziario derivante dall’annullamento dei Giochi o al loro svolgimento senza spettatori sarebbe troppo grande, mentre un ritardo di meno di un anno si scontrerebbe con i calendari 2021 di tutte le discipline, rendendolo inattuabile per i vari broadcaster, in primis la NBC, detentrice dei diritti TV.

Dobbiamo iniziare a prepararci per ogni possibilità. Se i Giochi non si terranno in estate, un ritardo di uno o due anni sarebbe più fattibile “, sempre secondo Takahashi.

In merito al fatto che gli organizzatori di Tokyo 2020 hanno ufficialmente espresso il loro parere per dire che né loro né il CIO stavano prendendo in considerazione la possibilità di posticipare o annullare i Giochi, i chiarimenti chiesti a Takahashi circa questa apparente contraddizione di posizioni e valutazioni, gli hanno fatto precisare che la sua era una espressione del suo parere personale.

E’ comunque sicuro che CIO e Comitato Organizzatore di Tokyo 2020 stiano valutando ogni opzione. Il CIO è in continuo contatto con  l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e sta monitorando la situazione, un’indicazione questa che le alternative potranno essere considerate come parte della pianificazione di una situazione di emergenza.

Il Ministro Olimpico Seiko Hashimoto, ha sostenuto lo posizione CIO nel suo intervento al Parlamento Nipponico con queste parole:

Dal punto di vista degli atleti che sono i principali protagonisti dei Giochi di Tokyo, e che stanno facendo il loro percorso di preparazione verso il più grande evento sportivo della loro carriera  … è inconcepibile pensare di annullare o posticipare“.

Ogni decisione in merito, ha aggiunto Hashimoto, è nelle mani del CIO.

Alcuni esperti sostengono inoltre che un rinvio di un anno, mantenendo la stessa data, porterebbe gravi problemi logistici ma sarebbe fattibile per le emittenti televisive.

Hashimoto ha anche osservato come il contratto con il CIO consenta il rinvio entro lo stesso anno, 2020. Sarebbe l’opzione più accettabile per gli atleti, anche se le emittenti TV hanno motivo di non essere d’accordo come detto sopra. Il ritardo di un altro anno potrebbe avere conseguenze estremamente serie ad atleti che sono in questa stagione al culmine o alla fine della loro carriera quest’anno.

Dick Pound, membro canadese del CIO ed ex campione di nuoto del Commonwealth, ha dichiarato il mese scorso che la cancellazione era più probabile del rinvio, mentre il “D-Day” in cui ci si pronuncerà in modo definitivo sarà nel corso del prossimo mese di maggio.

Uno degli argomenti a favore del posticipo è l’antidoping: la WADA sta monitorando le lacune nel sistema dei test nel tentativo di fornire Giochi e risultati “equi”, riconoscendo che l’epidemia di coronavirus ha creato circostanze in cui i test sono stati annullati, come ad esempio il periodo di quasi un mese in Cina quando non sono stati effettuati test, per ovvi motivi di sicurezza pubblica.

L’annullamento dei Giochi genererebbe – in termini di puro impatto psicologico sugli atleti – una reazione sicuramente negativo, evocando i più tristi eventi nella storia che hanno avuto un effetto paralizzante sugli sportivi.

Secondo l’emittente pubblica NHK, il Giappone ha raggiunto ieri quasi 1.300 casi, segnando il maggior aumento dall’inizio della crisi, con un incremento di 59 nuove infezioni.

Qui il testo in inglese della news redatta da Craig Lord per Swimming World Magazine

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