Antonio Satta: “trasformiamo la crisi in opportunità. Ne usciremo più forti”

La forza fisica conta, ma quella mentale forse di più. Anzi, senza forse. La forza mentale consente di affrontare un momento difficile a testa alta e magari di uscirne più forti di prima. Cosa succederà quando i lucchetti che hanno incatenato l’Italia e tutto il mondo si sbloccheranno? Impareremo ad apprezzare la nostra quotidianità, le piccole cose, probabilmente nessun atleta si lamenterà della fatica e ogni allenamento sarà speciale. Guardare le cose da un’altra prospettiva e acquisire nuove consapevolezze è il messaggio di Antonio Satta a fronte dell’emergenza sanitaria.

Al Centro Nuoto Torino  insieme a lui sono rimasti due atleti: Alessandro Miressi e Alessandro Bori. “Ho avuto il permesso di svolgere regolarmente gli allenamenti da parte del Comitato Piemontese in accordo con l’Assessore allo sport di Torino. Siamo stati fermi solo un paio di giorni, ma è stato strano perché io non alleno solo loro due. Al momento i ragazzi fanno una seduta al giorno in acqua e una a secco. Nonostante siano chiuse le palestre, il nostro preparatore atletico ci mette a disposizione degli allenamenti a corpo libero che si possono fare tranquillamente a casa. Ci hanno dato la possibilità di nuotare, lo stiamo facendo”

Settimana prossima lo Stadio del Nuoto di Riccione rimarrà vuoto. I nuotatori impazienti di tuffarsi verso la qualificazione olimpica rimarranno a casa, perché i Campionati italiani assoluti sono stati cancellati. Un fulmine a ciel sereno, per quanto fosse nell’aria, perché il numero di positivi al COVID-19 continuava a salire: “come tutti eravamo prontissimi per partire. Nel mio caso specifico i ragazzi stavano molto bene, non vedevano l’ora di salire ai blocchetti di partenza.  Non ho memoria di un Campionato nazionale annullato in un anno Olimpico e da questo punto di vista è abbastanza tragica la situazione, però alla luce di quanto sta succedendo sto cercando di dargli il peso che merita, in fondo il nuoto non è il centro di ogni cosa e tutelare la nostra salute è fondamentale”.

Si può smettere di gareggiare, ma un nuotatore non deve mai perdere il legame con l’acqua e proprio su questo aspetto sta lavorando il tecnico con i due Alessandro: “Il mio scopo? Al momento non è quello di allenare i ragazzi o macinare chilometri. Per che cosa poi? Siamo tutti in attesa di nuovi sviluppi. Io tengo particolarmente a mantenere il contatto e il legame con l’acqua, perché la sensibilità è un aspetto primario per un atleta. Non stiamo facendo i doppi allenamenti e solo quando avremo maggiori certezze valuteremo come proseguire la preparazione. Spero si facciano le Olimpiadi, sono sincero.  Sia perché è un grande sogno che costruisco passo dopo passo da quattro anni, ma soprattutto perché significherebbe che abbiamo risolto il problema”.

Nonostante lo sconforto, però, Antonio invita a rimanere positivi e concentrati: “Il mio primo pensiero ora non è il nuoto, né l’Olimpiade. Non lo nego, quando la mia testa si ferma subentra il dispiacere, poiché avevamo lavorato tanto e la condizione era buona. Con Miressi avevamo tentato di strappare il pass Olimpico già a dicembre, avevamo fatto un lavoro mirato e per gli assoluti le aspettative erano alte. I ragazzi sono giù di morale, ma in fondo è così per tutti, anzi noi siamo già privilegiati dato che abbiamo la possibilità di allenarci. Il resto della squadra è a casa e non è facile nemmeno per loro, in quanto al rientro si troveranno come ad inizio stagione. Non aver gareggiato è un aspetto negativo, ma una volta usciti da questo momento buio ogni atleta porterà con sé quella voglia di rivalsa e di dimostrare ciò che non ha potuto esprimere adesso. Io credo molto nell’aspetto mentale, perché una carica emotiva maggiore potrà compensare la mancanza di competizioni. L’ottimo percorso di questi mesi non ce lo porterà via nessuno, Miressi è in un stato di forma mentale e fisica ottimo, ci manca un obiettivo. In ogni caso io non lavoro mai nel breve periodo, cerco di portare un atleta alla sua migliore condizione. In generale sono positivo. Dobbiamo solo aspettare e meglio farlo rimanendo in acqua”.

In sostanza: come dovremmo reagire al lockdown per non risentirne a livello emotivo? “Dobbiamo essere in grado di adattarci” rivela il tecnico. “Sviluppare una nuova capacità di adattamento è l’unica cosa che si può fare per uscirne fuori ancora più forti. Si tratta di aspetto su cui lavoreremo molto. Per questo sottolineo che adesso non ho un programma di allenamento preciso, sarebbe impossibile averlo. Ciò che conta è il contatto con l’acqua e il sapersi adattare. La mia personalità mi aiuta molto a fare questo e sto cercando di trasmetterlo ai ragazzi. Un momento di crisi si trasforma in un’opportunità”. Una lezione di cui fare tesoro: dipende tutto da che punto guardi il mondo. 

 

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