Team Veneto e lockdown – Pontarin: prima di tutto vanno tutelati i ragazzi.

Il Team Veneto ha gestito l’emergenza con un approccio di cautela e tutela degli atleti: il Presidente Davide Pontarin ci spiega come la salute dei ragazzi e dei loro allenatori venga prima di tutto.

Purtroppo, si è verificato ciò che tutti non si auguravano: una pandemia. Ne siamo colpiti a 360°. Gli atleti e i loro tecnici erano tutti pronti e carichi per gli importanti appuntamenti della stagione: campionati Assoluti e Criteria. Questo stop forzato ha generato sicuramente apprensione e portato un po’ di tristezza. Una delle caratteristiche che contraddistingue il Team Veneto è sicuramente l’entusiasmo nell’allenarsi e nell’affrontare le competizioni.

Il Team Veneto è una società nota, oltre che a livello assoluto, anche a livello giovanile. Sono molti gli atleti che vengono convocati per rappresentare la nazionale giovanile nelle competizioni più importanti. C’è da chiedersi come anche questi ragazzi affrontino la situazione.

I giovani giocano la carta della positività, che è tipica della loro età,  e nonostante la situazione di grande emergenza hanno risorse che noi neanche immaginiamo. Alcuni sono comprensibilmente disorientati perché non sanno come potrà essere il seguito della stagione e come evolverà questo stato di emergenza. Sicuramente complice di questa insicurezza è anche il fatto che sono a casa da scuola, una situazione assolutamente fuori dal normale per loro. Sono passati dall’avere le giornate organizzate in base agli impegni scolastici e sportivi, al nulla totale! Per quanto riguarda l’aspetto sportivo si sono tutti organizzati singolarmente per fare dell’attività in casa o all’aria aperta ognuno guidato dal suo tecnico, per non perdere tono muscolare. Per quanto riguarda il nuotare, gli impianti sono chiusi e in riferimento alla deroga prevista per gli atleti di interesse nazionale ho lasciato facoltà ai tecnici di decidere in merito prendendo accordi con i gestori dei singoli impianti. Come squadra abbiamo deciso però di prendere in considerazione solo gli assoluti. Se si sceglieva di far nuotare anche i più piccoli non riuscivamo più a garantire il rispetto dei comportamenti richiesti per il contenimento del virus. Ad oggi comunque non sta nuotando nessuno. Credo che la cosa più importante in questo momento sia comunque tutelare i ragazzi, esporli a rischi sarebbe prima di tutto da incoscienti, e poi inutile.

Le Olimpiadi di Tokyo diventano ogni giorno che passa sempre più irrealizzabili…

Il mio timore è che le Olimpiadi non possano svolgersi, ma è presto per dirlo proprio perché non ci sono certezze sullo sviluppo di questo nuovo virus nei prossimi mesi. Credo che in questo momento sia giusto attendere un po’ prima di prendere decisioni affrettate. Non possiamo ignorare che stanno saltando tutti i principali appuntamenti sportivi ma io sono fiducioso e mi auguro che tutto ritorni alla normalità nei prossimi mesi.

Davide Pontarin è anche un gestore di impianti. Con il grande danno economico ci si chiede in che modo, quando tutto questo sarà finito, si possa risollevare il movimento sportivo intorno alle piscine e quale strategia potrebbero mettere in atto i gestori per ridare fiducia agli utenti.

Parlo da gestore di un piccolo impianto, ma anche da profondo conoscitore della gestione degli impianti. Credo di poter dire che il danno economico creato da questa situazione sia notevole, partendo dal calo della clientela all’inizio dell’emergenza, passando poi per questa chiusura forzata e arrivando alla consapevolezza che alla riapertura l’utenza sarà sicuramente ridotta di oltre il 50% – in parte per paura ed in parte per le difficoltà economiche delle famiglie. Abbiamo sicuramente bisogno del supporto che il nostro Presidente Paolo Barelli (con Pontarin nella foto ©A.Masini/Deepbluemedia) ci sta dimostrando. Lo sport influisce, anche se magari in minima parte, sull’economia del nostro Paese, ma il valore sociale che ha è sicuramente degno di nota e le ricadute positive su chi lo pratica sono evidenti.

La fiducia agli utenti penso si possa ridare attraverso messaggi positivi e di sicurezza. Nel mio profondo ottimismo credo che alla fine dell’emergenza la gente avrà anche voglia di risollevarsi, andando al negozio per fare l’acquisto che per molto tempo non ha potuto fare, o andando al mare o in montagna perché è stata chiusa in casa per molte settimane, togliendosi quello sfizio che se prima era la normalità adesso diventa l’eccezionalità e sono tutti questi piccoli gesti che potranno aiutare a far ripartire la ruota dell’economia. Quindi credo che dopo tutto questo tempo in casa la gente avrà sia la voglia che il bisogno di ritornare in piscina aiutando così anche il nostro settore a ripartire.

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