Lettera aperta al ministro Vincenzo Spadafora

Nuoto•com è stato da subito in prima linea nel chiedere il blocco di tutte le manifestazioni ed eventi sportivi. Però.

Trattare come reietti untori e unici responsabili dell’emergenza sanitaria in corso gli italiani che tentano di mantenere un minimo di forma fisica andando a fare una corsetta o una passeggiata (attenzione: non sto parlando degli interdetti che vanno sul Pordoi con la Cannondale o che organizzano le maratone di gruppo) sembra l’ennesima ricerca di un capro espiatorio.

Primo: non tutti hanno a disposizione una villa con parco e piscina o una penthouse con area fitness. Segregare intere famiglie per mesi (perché è evidente che il lockdown non terminerà certamente il 3 aprile) in un appartamento senza balconi in una qualche periferia urbana è un detonatore sociale dalle conseguenze difficilmente prevedibili.

Secondo. Senza rubare il mestiere a psichiatri e psicologi, ci sono numerose categorie di soggetti dei quali la reclusione prolungata  compromette irrimediabilmente l’equilibrio psichico.

Terzo. Lo stop totale a qualsiasi forma di attività fisica comporterà un aumento vertiginoso di patologie che entro pochi mesi si scaricheranno su un sistema sanitario già duramente provato.

C’è il rischio che si creino assembramenti? Si disperdano e si sanzioni chi non rispetta le regole.

Come si permette alle attività economiche e ai servizi pubblici essenziali (una sola parola: tabaccai) di proseguire nel rispetto di regole rigorose si faccia altrettanto per quelle legate al benessere psicofisico individuale.  Diversamente passerà ancora una volta il messaggio che l’attività motoria è poco più di un capriccio per adulti viziati, vanificando decenni di sforzi e impegno. Un paese evoluto non se lo può permettere.

Ph. ©Magda Ehlers @Pexels

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