Paolo Barelli: più attenzioni per le associazioni e società sportive dilettantistiche

In queste settimane convulse Paolo Barelli è diventato de facto il punto di riferimento non del solo nuoto ma di tutto il sistema sportivo italiano.

Da una parte è Presidente della federazione sportiva più vincente in termini di risultati e sempre in ascesa, ma soprattutto è a capo di un sistema virtuoso di base caratterizzato da volontariato e passione che oggi però si dimostra debole sul piano economico-finanziario.

L’attenzione di Barelli si è posata dapprima sul calendario sportivo, con un occhio al futuro e uno al presente. La decisione del posticipo dei Giochi Olimpici era scontata, ovvia. Ma forse andava presa e comunicata prima, con un atto di coraggio rispetto al sistema olimpico.

E su questo tema il Presidente federale si è speso nei giorni scorsi, in particolare con l’intervista di uno dei giornalisti più esperti nel settore, Paolo De Laurentiis, sul Corriere dello Sport. L’intervista ruotava attorno a quello che è stato il suo mantra: “Prima decidono e meglio è”. Della medesima sostanza l’intervista su Ansa, concetti e parole che riecheggiano da qualche giorno sui principali quotidiani ed agenzie.

Di fatto si sarebbe auspicato un maggior rispetto per gli atleti, che a questo punto, con il rinvio al 2021 non dovranno e non potranno interrompere la loro preparazione. È fondamentale, compatibilmente con l’emergenza sanitaria in corso, sapere con precisione quando si svolgeranno le Olimpiadi e, di conseguenza i Mondiali di Fukuoka e poi gli Europei LEN, che erano previsti per maggio.

Le preoccupazioni della FIN vanno ora alle associazioni e società sportive,  il motore che muove lo sport di base, fondamentale per il paese. Quelle 70.000 società che “hanno sostituito il ruolo delle istituzioni, scuola e enti locali in primis”. Che negli anni si sono evolute raccogliendo competenze manageriali, organizzative, didattiche e formative, garantendo benessere per tutti, con percorsi educativi, sportivi e sociali. Si tratta di strutture complesse che gestiscono impianti, che organizzano i corsi di avviamento allo sport e in generale l’attività motoria in Italia.

La preoccupazione è che molti impianti non riaprano più dopo la crisi, con società che chiuderanno i battenti, addetti che perderanno il lavoro. E non basta purtroppo la forte presa di coscienza dell’Istituto per il Credito Sportivo, che ha previsto la sospensione delle rate dei mutui da marzo a settembre 2020.

L’impegno di Barelli oggi è fondamentale e probabilmente rappresenta l’unica concreta ancora di salvezza per il settore. Il comunicato stampa Federnuoto di questa sera avanza numerose proposte a beneficio delle società e conseguentemente degli operatori.

La Federazione Italiana Nuoto dimostra di essere in prima linea sul tema. Proposte concrete che se accolte, potranno significare davvero molto.

Si va da interventi sul breve termine (sospensione dei canoni di affitto con credito d’imposta per i proprietari; sospensione di ritenute, previdenza, assicurazioni, fisco e contributi fino al 31 agosto con rateizzazione del pagamento dal mese di settembre; revisione dei piani economico finanziari, proroga delle concessioni; costituzione di un fondo presso l’ICS garantito dal Fondo  centrale di garanzia per le piccole e medie imprese per finanziare la riattivazione delle attività e permettere il pagamento delle utenze di gas, energia elettrica, acqua, tassa rifiuti e altri costi relativi alla gestione e all’utilizzo degli impianti) ad altri di natura più strutturale.

Fra questi ultimi troviamo un più agevole accesso al credito (accesso al al Fondo di garanzia per le PMI per richiedere all’ICS, o alla Cassa depositi e prestiti, o ad altro istituto bancario  un finanziamento in tempi rapidi con rimborso a lungo termine e preammortamento almeno di un anno;  riattivazione del fondo pluriennale Sport e periferie per riattivare, ristrutturare e mettere a norma gli impianti in gestione o in uso alle associazioni, società sportive e altre organizzazioni riconosciute con particolare riferimento a quelli destinati alle attività sportive di base e agonistiche) e la  richiesta di un riconoscimento fiscale (ecobonus) per gli interventi di ristrutturazione ed efficientamento degli impianti sportivi effettuato da associazioni e società sportive e altre organizzazioni riconosciute.

Un’attenzione particolare è rivolta ai lavoratori sportivi, con l’incremento della somma a disposizione per l’indennità di marzo spettante in quanto ritenuta insufficiente a soddisfare i potenziali aventi diritto, e l’implementazione della stessa per il mese di aprile.

Un primo pacchetto di interventi che, se integralmente realizzati, rappresenterebbe una straordinaria boccata di ossigeno per l’intero settore e il primo passo verso una stabile riorganizzazione del sistema.

Vero che l’attenzione dei media è assorbita dai problemi del calcio, ma sono le associazioni e società sportive ad essere impegnate non solo nel formare campioni ma nel ben più importante compito di insegnare ai cittadini a imparare a nuotare e a salvare la propria vita e quella degli altri. Tutti i soggetti impegnati nella promozione dell’attività sportiva, piscine ma anche palestre, corrono oggi un grave rischio di default. Solo le piscine rappresentano un presidio di benessere per oltre cinque milioni di italiani praticanti.

”Né scuole, né università, né Stato, né enti locali, con risorse purtroppo insufficienti, potrebbero mai sostituirsi al mondo delle società e dell’associazionismo per garantire la pratica sportiva di base e di alto livello in Italia. Difendiamole e difendiamo così il sistema sportivo italiano” chiude, conseguentemente, il comunicato Federnuoto.

Foto Copertina © G.Scala Deepbluemedia Insidefoto

Il comunicato stampa FIN 

 

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