19 aprile – 16 maggio 1943

Nel ghetto di Varsavia

Oggi ricorre l’anniversario dell’insurrezione degli ebrei reclusi nel Ghetto di Varsavia, avvenuta tra il 19 aprile al 16 maggio 1943, contro le autorità tedesche che avevano occupato la capitale polacca durante la Seconda guerra mondiale. In conseguenza della repressione morirono 13.000 ebrei. Il conteggio dei morti, però, deve tenere conto anche di altri 6.929 combattenti fatti prigionieri e trasportati a Treblinka, perché in quel posto furono tutti uccisi. Il ghetto fu completamente raso al suolo e i 42.000 superstiti finirono nei vari campi di concentramento della Polonia, dove la maggioranza trovò la morte. Tra gli insorti di Varsavia c’era un nuotatore. Ilja Szrajbman.

Ilja Szrajbman.

Szrajbman era nato proprio a Varsavia, nel 1905. Sempre a Varsavia aveva frequentato il liceo Venceslao Szwedkowskiego e successivamente era andato all’università. Nel 1929 si era laureato. Nella sua giovinezza aveva nuotato per la Jewish Association Academic Sport.  Poi, nel 1933, era passato alla Legia Varsavia, la gloriosa società sportiva che fu capace di organizzare tornei sportivi anche nei terribili giorni dell’oppressione e perfino in quelli della distruzione del ghetto. 

Carriera

Ilja era un buon nuotatore. Nel 1935 Szrajbman aveva vinto il campionato polacco nei 400 stile libero e nel 1936 aveva fatto le Olimpiadi a Berlino. A Berlino era stato membro della staffetta 4×200 stile libero, insieme a Kazimierz Bocheński, Helmut Barysz e Joacchim Karliczek. Naturalmente, come succedeva spesso in quell’epoca, faceva anche pallanuoto. Alla fine degli anni Trenta Ilja aveva fatto anche l’allenatore di quella specialità.

L’epilogo.

Intrappolato nel ghetto nei giorni della rivolta, si unì all’organizzazione combattente ebraica che preparava l’insurrezione. I rivoltosi erano decisi a resistere fino alla morte, non avendo nessuna possibilità di successo. Si batterono con tutti i mezzi, resistendo in maniera inimmaginabile ad un avversario così superiore. Il  gesto di Ilja Szrajbman, morire con onore, rispondeva alla richiesta del motto dei Maccabì, gli sportivi ebrei che avevano cominciato a organizzarsi proprio a Varsavia. Il loro motto diceva: sii “Forte e Coraggioso”. E lui fu così.

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