1928: Johnny ad Amsterdam

Amsterdam 1928

Finalmente per Johnny arrivò il momento di Amsterdam. Questa volta fu facilissimo. Per tutti era ormai  un patriota. Nessuno metteva più in dubbio la sua cittadinanza. Ed era sempre il più veloce. L’edizione del 1928 era la prima in cui si concentravano gli avvenimenti in due settimane, dal 28 luglio al 12 agosto. Il motivo era tenere alta l’attenzione sull’evento. Era anche la prima volta nella storia che ai Giochi era presente uno sponsor. Guarda caso la Coca Cola. Johnny ebbe anche l’onore di portare la bandiera del suo paese nella cerimonia di apertura. Da quella posizione privilegiata assistette all’accensione della fiamma olimpica che, in quell’occasione, era diventata una procedura ufficiale (a Parigi quattro anni prima era stata solo una sperimentazione).

Gare di nuoto

L’Olympic Sports Park Swim Stadium, un bacino in cemento armato lungo 50 metri e largo 18, con una parte più profonda di 5 metri, ospitava nuoto, pallanuoto e tuffi. Aveva gradinate su entrambi i lati e la possibilità di ospitare 6000 persone. Per quanto riguarda la questione numero di corsie era invece ancora nella fase incerta. Le corsie erano sette, ma nelle batterie nuotavano quattro, massimo cinque atleti. In molte gare c’erano le semifinali e solo la finale dei 100 prevedeva sette finalisti. In quel caso erano i primi due classificati di ognuna delle tre semifinali, più il primo tempo degli esclusi a qualificarsi. Negli altri casi entravano i primi tre delle due semifinali. Così i finalisti erano sei.

400

Ad Amsterdam Weissmuller non fece i 400. La gara si svolgeva il 6 agosto e Johnny in quel giorno aveva la partita di pallanuoto. Così gli americani misero in acqua Clapp, Crabbe e Ruddy e non ottennero nessuna medaglia. Il più titolato dei finalisti era lo svedese compagno di Johnny, Arne Borg, che aveva il record del mondo di 4’50.3 fatto tre anni prima. In finale però arrivò terzo. A sorpresa vinse un argentino, Alberto Zorrilla, il primo e l’unico del suo paese a raggiungere quel traguardo. Fece il record olimpico di 5’01,6, battendo l’australiano Boy Charlton che nuotò 5’03,6. Peccato per Johnny. Nel 1923 aveva fatto 4’57  in vasca da 100 metri e aveva un record più recente delle 440 iarde di 4’52, fatto anche quello in vasca da 100 metri ad Honolulu, nel 1927. Senza fare troppi conti si può benissimo immaginare che quei tempi lo mettevano nettamente davanti a tutti.

pallanuoto

La pallanuoto, invece, andò male. Il sistema era sempre quello del torneo ad eliminazione, tipo tennis. La differenza rispetto alle olimpiadi precedenti era nella finale che assegnava sia l’oro che l’argento. Poi si svolgeva un secondo torneo tra le squadre eliminate dalla vincente, più quella eliminata in semifinale dalla seconda classificata che assegnava il bronzo. Gli stati Uniti entravano al secondo turno per meriti di medaglia. Ma incontrarono l’Ungheria, presero 5 pere e furono eliminati. Alla fine l’oro lo vinse la Germania, battendo l’Ungheria 5 a 2. La squadra di Weissmuller composta  da P. C. Sampson, J. C. Cattus, H. C. Daniels, H. R. Topp, S. Greller, R. J. Greenberg, J. P. Farley, G. F. Mitchel, G. E. Schroth e W. O’Connor uscì con poca gloria e una sola partita giocata.

100 stile libero

Così tutte le carte di John si giocavano nei 100 e nella staffetta, le cui finali si svolgevano l’11 agosto, un giorno prima della chiusura dei Giochi. Johnny presentava la virata a capriola, che in realtà non era altro che una rotazione attorno all’asse sagittale, puntando una mano e tenendo la testa sotto. Però  velocizzava il cambio di direzione e, dato che la faceva uno che vinceva, faceva effetto. Le eliminatorie si nuotavano il giorno 10. Johnny prese parte alla terza delle sette batterie in programma e aprì le danze con un 60 spaccato che lo metteva immediatamente al primo posto. Nella prima delle tre semifinali un giapponese Katzuo Takaishi, uguagliò il suo tempo, dimostrando di essere davvero cresciuto rispetto alle Olimpiadi precedenti. Nella seconda semifinale, invece, arrivò primo l’americano Kojac, ma con 1’01, che non impensieriva nessuno. Johnny partiva nella terza semifinale. probabilmente aveva aspettato fin troppo e non aveva voglia di temporeggiare. Così sfoderò subito il 58,6, record olimpico, che mise tutti a tacere. In finale ripeté lo stesso tempo al decimo, ma questa volta dietro di lui, a non troppa distanza, s’infilò l’ungherese Istvan  Barany che nuotò 59.8. Con quel tempo diventava il secondo uomo capace di rompere il minuto alle Olimpiadi. Terzo arrivò Takaishi, rifacendo il sessanta netto della semifinale e conquistando la prima medaglia olimpica del nuoto giapponese. La seconda l’avrebbe presa poco dopo con la staffetta 4×200.

4×200

La quattro per due chiudeva la giornata, come sempre. In batteria era stato chiaro che l’America non aveva avversari. Weissmuller era partito secondo e l’America era salita subito in vetta con un record del mondo da 9’38.8. In finale le due riserve Samson e Young furono sostituiti da Laufer e Kojak che nuotarono le frazioni interne. Primo Claup, ultimo Weissmuller. L’ordine dei fattori non cambiò il risultato: 9’36,2, primo posto e record del mondo. Secondi arrivarono i giapponesi (9’41,4) , terzi i canadesi (9’47.8).

Festeggiamenti

Fu la regina Wilhelmina d’Olanda a consegnare le medaglie. Per uno come Johnny, che veniva dal basso, questa cosa voleva dire moltissimo. Johnny ricordava sempre con emozione che la regina gli aveva parlato:” Solo un minuto, giovanotto “, e gli aveva tenuto la mano mentre gli presentava la sua medaglia personale: un premio speciale per l’eccellenza atletica. L’accoglienza al suo ritorno in America, come si poteva prevedere, fu trionfale. Ricevette una seconda citazione presidenziale, un encomio speciale del governatore di New York e le chiavi della Grande Mela dalle mani del suo sindaco.

                 Weissmuller alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928
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