Spadafora-CONI, è guerra: “richieste fuori dalla legge”

Con la scadenza del 30 novembre come termine ultimo per la presentazione della Legge delega sullo sport che si avvicina, è ormai scontro frontale tra il ministro Vincenzo Spadafora e il mondo dello sport italiano che si riconosce nel documento approvato (con l’astensione del presidente di Federnuoto Paolo Barelli) dal Consiglio nazionale del CONI lo scorso 23 settembre.

Il documento, che potete scaricare integralmente a QUESTO LINK, non è tenero con la bozza di riforma presentata dal ministro, che viene sostanzialmente smontata pezzo per pezzo.

Fermi restando alcuni temi di politica sportiva fondamentali per l’intero movimento, che trovano finalmente trattazione e approfondimento, purtroppo il Testo Unico risulta in altre parti disarmonico, creando sovrapposizioni, duplicazioni e dispersione di risorse, attribuendo compiti e ruoli a soggetti estranei all’ordinamento sportivo, con grave danno alla funzionalità di tutti gli Enti interessati (Federazioni sportive nazionali, Discipline sportive associate, Enti di promozione sportiva, Associazioni Benemerite), atleti, tecnici, associazioni e società sportive, con conseguenze soprattutto per la base dell’associazionismo sportivo italiano.

È un Testo Unico che non tiene conto della specificità dello sport, dei successi attuali e passati, sportivi ed organizzativi, figli del modello sportivo italiano che si sta stravolgendo.

Nel complesso, le disposizioni del Testo Unico sono di difficile realizzazione perché caratterizzate da poca chiarezza: ruoli, funzioni, soggettività, responsabilità sono mescolati o riuniti con evidente disordine. Questa amnesia sta portando alcuni decisori politici a non ricordare e riconoscere la bontà del modello sportivo italiano e, cosa ben più grave, a nostro avviso, ad impedire all’intero Sistema Paese di mantenere l’eccellenza acquisita nel settore: l’Italia è al 6° posto nel Medagliere generale delle Olimpiadi estive e invernali, nonché la Nazione scelta per ospitare i Giochi Olimpici 2026.

Dopo un paio di giorni di riflessione, il ministro ha preso carta e penna rivolgendosi direttamente al presidente del CONI Giovanni Malagò:

Le vostre richieste esulano dai criteri e dai principi contenuti nella legge sullo sport che il governo è tenuto rigorosamente a rispettare.

Ho il dubbio che la negatività dei vostri giudizi sul testo unico della legge di riforma dello sport dipenda dal rinnovamento della governance.

D’altronde negli ultimi mesi ho personalmente potuto constatare quale fosse la cifra delle preoccupazioni della classe dirigente che mi è sembrata in molte circostanze restia al cambiamento e all’apertura verso nuovi equilibri.

La comunicazione di Spadafora è integralmente disponibile a QUESTO LINK.

 

 

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