Regola 50. Thomas Bach circa l’impotenza politica dello sport.

Il presidente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) Thomas Bach, nel corso di una conferenza stampa ha detto che i Giochi Olimpici non devono riguardare la politica e devono guardarsi dal diventare un “palcoscenico dove manifestare”, riferendosi alle numerose richieste di modifica della regola 50 della Carta Olimpica avanzate da parte di istituzioni ed organizzazioni sportive internazionali soprattutto a seguito del crescente movimento contro l’ingiustizia razziale denominato “Black Lives Matter , l’attuale norma recita ““Non è consentito alcun tipo di manifestazione o di propaganda politica, religiosa o razziale nei siti, nelle sedi o in altre aree olimpiche“, vieta dunque qualsiasi forma di protesta politica durante i Giochi, la norma nasce con l’intento da parte del CIO di far sì che le cerimonie di premiazioni e il villaggio olimpico restino neutrali da qualsiasi questione politica, etnica o religiosa.

Il presidente della World Athletics, il mitico Sebastian Coe,  ritiene che gli atleti dovrebbero avere il diritto di dimostrare dissenso durante i Giochi, contrariamente alla politica ufficiale richiesta dal CIO, sulla medesima posizione è anche l’amministratore delegato della Federazione dei Giochi del Commonwealth, David Grevemberg, che non solo ha espresso un parere in merito, ma ha garantito che nel corso dei Commonwealth Games di Birmingham 2022 non sarà vietato e nemmeno sanzionato l’attivismo degli atleti come ad esempio mettersi in ginocchio a sostegno del movimento Black Lives Matter, anche lui in netto contrasto con la regola 50 del CIO.

I Giochi Olimpici riguardano innanzitutto lo sport. Gli atleti personificano i valori di eccellenza, solidarietà e pace“, ha dichiarato il tedesco Bach, ex atleta di alto livello oro olimpico con la scherma a squadre a Montreal 1976, ha poi aggiunto di aver sperimentato in prima persona l’impotenza politica dello sport quando la Germania Ovest era tra i paesi che boicottarono i Giochi di Mosca del 1980.

In qualità di presidente della commissione degli atleti della Germania occidentale mi sono opposto fermamente a questo boicottaggio perché ci puniva per qualcosa con cui non avevamo nulla a che fare, l’invasione dell’Afghanistan da parte dell’esercito sovietico.

Non è stata una consolazione il fatto che alla fine abbiamo avuto ragione in merito alle ragioni del boicottaggio, che non solo ha punito quelli sbagliati, ma non ha avuto nessun effetto politico … l’esercito sovietico è rimasto altri nove anni in Afghanistan.

I Giochi Olimpici non riguardano la politica. Il CIO, in quanto organizzazione civile non governativa, è sempre politicamente neutrale”.

 

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