Davide Pontarin: “Dobbiamo fare squadra, le istituzioni ci devono ascoltare”

Abbiamo avuto il piacere di incontrare  il Presidente del Team Veneto, Davide Pontarin. Insieme a lui si è parlato dell’attuale situazione che il movimento sta vivendo e con le sue parole Davide è riuscito a restituirci una fotografia del momento che il nuoto italiano si trova a vivere, analizzandolo sia come tecnico che come gestore. Ci ha ospitato nell’impianto che gestisce, quello di Tezze sul Brenta (VI), a bordo di una vasca incredibilmente silenziosa e terribilmente vuota, che perfettamente rispecchia ciò che stiamo vivendo.

Abbiamo chiesto a Davide come sta vivendo il Team Veneto questo secondo stop forzato, sia per quanto riguarda gli allenatori che gli atleti.

Il secondo stop è forse meno problematico del primo perchè grazie all’intervento della Federazione Italiana Nuoto gli atleti si possono allenare. Come Team Veneto abbiamo fatto fronte comune tra gli impianti, convogliando i ragazzi in un unico impianto in modo da ottimizzare i costi e le (poche) risorse disponibili.

Olimpiadi si, Olimpiadi no? E poi ci sono i Campionati Italiani previsti per dicembre a Riccione.

Viviamo giorno per giorno ed è veramente difficile fare previsioni. Vista la situazione delle regioni, e soprattutto come sta evolvendo, credo che gli assoluti di dicembre siano difficilmente attuabili. Gli spostamenti tra le regioni sono difficili, ci sono atleti che non si stanno allenando e altri che sono positivi al Covid e quindi fermi. Penso che si possano tranquillamente rinviare.  Per l’Olimpiade invece credo che si debba fare un discorso a parte: sono un inguaribile ottimista e spero che dalla primavera in poi la stagione possa essere salvata e quindi far sperare nei Giochi Olimpici.

Abbiamo chiesto a Davide cosa pensa dell’ International Swimming League.

Personalmente è una manifestazione alla quale faccio fatica ad appassionarmi, la formula non mi convince e da tecnico e purista del nuoto faccio fatica ad appassionarmi. Una cosa che può essere analizzata di questa manifestazione è la cosidetta “bolla”. Questa gestione dei ragazzi e la messa in sicurezza delle persone coinvolte potrebbe essere utile per lo svolgimento dell’Olimpiade o di manifestazioni internazionali.

Un consiglio per i colleghi allenatori che magari sono in difficoltà.

Credo che suggerimenti non ce ne siano molti: questo nuovo stop è diverso dal precedente. Il primo lockdown ci ha insegnato ad adottare nuove strategie che possono essere utilizzate ora. Credo che la cosa che più manca sia la lontananza dalle competizioni e quindi una cosa che gli allenatori dovranno fare in questo periodo è tenere alta la motivazione dei loro atleti. Cosa sicuramente non facile. Anche se i ragazzi hanno comunque dimostrato di avere grandi capacità sia nel sapersi adattare che nel saper reagire alle difficoltà. I risultati che si sono ottenuti quest’estate sono stati sicuramente confortanti.

Davide Pontarin nelle vesti di gestore.

Questa è sicuramente la parte dolorosa. Già il primo stop è stato difficile da superare, la maggior parte dei gestori che conosco e con cui ho avuto possibilità di confrontarmi arriva dal piano vasca e pertanto hanno innata la capacità di reinventarsi e ripartire. Ma questo secondo stop è più problematico, perchè arriva in un momento dell’anno in cui i costi sono massimi e le possibilità per farci fronte molto limitate. Serve sicuramente l’aiuto del governo. Bisogna riconoscere il grande merito che ha avuto il nostro presidente di Federnuoto, Paolo Barelli, perchè senza le manovre da lui attuate molti di noi già a maggio non avrebbero riaperto i battenti.

Quali gli strumenti dei gestori per risollevarsi?

Purtroppo non ci sono grandi strumenti da poter utilizzare. Dobbiamo fare puntare alla qualità del servizio offerto, attraverso gli standard qualitativi previsti dalle Scuole Nuoto Federali e cercare di riportare più persone possibili in piscina. Dobbiamo farci sentire con le istituzioni perché necessitiamo di aiuti concreti, ma sicuramente non lo può fare il singolo gestore, lo possiamo fare con associazioni come AGISI, che si sta dando molto da fare grazie all’impegno di Giorgio Lamberti, deve farlo la Federazione Italiana Nuoto attraverso il nostro Presidente Paolo Barelli.

Sara Curtis: "Sorridere è una buona medicina. Mi fido di Thomas, ma soprattutto lui si fida di me."

Sara Curtis: “Sorridere è una buona medi...

Il sorriso è il suo biglietto da visita. Per Sara Curtis si tratta di una stagione che sta evolvendo in ...

NEWSLETTER

Lasciaci i tuoi contatti e rimani aggiornato sulle nostre iniziative