Pilato da urlo, record e pass olimpico nei 100 rana: “Solo un punto di partenza”

Rana Benedetta. Né la stessa Pilato né il suo allenatore Vito D’Onghia si sarebbero aspettata di volare all’Olimpiade di Tokyo dell’anno venturo in un pomeriggio di dicembre. Basta sentire cosa dice il tecnico sul conto della sua sorprendente allieva che non vuole smettere di stupire:

Un anno fa, a dicembre, nuotò 1’09″20. Migliorare così tanto in 12 mesi era qualcosa di impensabile allora, ma senza pressione e con tanta serenità, ci siamo riusciti. A marzo, Benedetta non ce l’avrebbe fatta a qualificarsi. Invece, impegnandosi in questi mesi, è arrivata a questo risultato incredibile.

Gli spalti dello Stadio del Nuoto di Riccione sono spogli di pubblico, ma basta fare un giro del web per accorgersi della cascata d’amore che travolge la quindicenne tarantina del Circolo Canottieri Aniene dopo che ha conquistato il titolo italiano dei 100 rana, firmando il nuovo primato italiano (1’06”02), che la proietta direttamente in Giappone. Grazie a un passaggio aggressivo, da vera cinquantista (30″64), ha trovato il quarto tempo europeo di sempre.

 

 

Dopo lo strepitoso argento iridato dello scorso a Gwangju, la maturità acquatica è già raggiunta a fine 2020. Benedetta può sorridere, dopo essersi tolta qualche sassolino dal costume:

Sono contenta, penso che sia un riscatto di questo anno e delle tante cose dette sul mio conto. Tutti i sacrifici che abbiamo fatto io e il mio allenatore sono ripagati. Mi aspettavo di migliorare perché in corta ero andata forte, però il tempo limite era molto basso. Volevo farlo, ci ho provato ed è andata: lo dedico a tutte le persone che mi hanno supportato. Mi serviva solo tempo per riuscirci. Comunque, questo è solo punto di partenza.

In un anno, da rivelazione azzurra in una gara non olimpica a speranza italiana per il podio a cinque cerchi. E dire che, se l’Olimpiade non fosse stata spostata, probabilmente Benedetta starebbe già pensando al 2024, come conferma il suo tecnico D’Onghia:

Sembra una bestemmia dire che siamo stati fortunati per il rinvio, visto quello che è successo, ma è così. Noi avremmo puntato a Parigi 2024 senza problemi, ma questa cattiva notizia della pandemia, ci ha regalato una possibilità in più in vasca. Abbiamo continuato a fare quello che facevamo tutti i giorni, nonostante dalla medaglia di Gwangju, tutti ci abbiano subissato di pressioni sui 100. Per fortuna, dal giorno dopo che sono stati rinviati i Giochi di Tokyo, abbiamo cominciato a lavorare con una tranquillità e una serenità che ci ha permesso questo salto incredibile. È un risultato figlio della pazienza e del lavoro nel tempo.

Fondamentale è stata anche la crescita in vasca corta, sfoggiata con le grandi prestazioni alla Isl, come ribadisce sempre D’Onghia:

La scelta se è mandarla o meno è stata difficile da prendere. Alla fine, ho avuto ragione perché in Puglia fino adesso non è stata fatta nessuna gara, la prima sarà la Coppa Brema di questo weekend. In Italia sarebbe stato difficile spostarsi e prepararsi come, invece, ha  potuto fare a Budapest. Il miglioramento non è stato soltanto tecnico, ma anche umano perché è cresciuta molto e si è responsabilizzata. Confrontarsi con atlete di quel calibro l’ha fatta crescere, perché a 15 anni e con la scuola non c’erano state altre possibilità così in precedenza.

Benedetta conferma l’importanza dell’avventura magiara:

Mi ha aiutato tantissimo, ma più che altro a livello umano. Un mese e mezzo fuori casa non è da tutti, poi soprattutto in un team così, perché penso di aver fatto la scelta migliore nel partecipare. Ero spronata sempre a dare il meglio.

Ora è tempo dei festeggiamenti e sia Benedetta sia Vito possono lasciarsi un po’ andare. Il tecnico rivela:

Non sono riuscito a dirle nulla subito dopo la gara. Ci siamo soltanto abbracciati e qualche lacrima è uscita, è inutile negarlo. Secondo me, Benedetta non si rende neanche conto del valore che hanno le Olimpiadi. Per me è una gioia pazzesca, un sogno che diventa realtà. A Tokyo ci andrò a tutti i costi, anche da semplice tifoso se sarà necessario. Ora le farò un bel regalo di Natale, se lo merita.

Matteo Rivolta: "È una scelta coraggiosa, dolorosa ma necessaria, nel rispetto mio e di chi con me ha lavorato, sofferto, sognato."

Matteo Rivolta: “È una scelta coraggiosa...

Essere atleta è sicuramente difficile: l'allenamento, la prestazione, accettare la sconfitta e in caso di vittoria il peso di doversi ...

NEWSLETTER

Lasciaci i tuoi contatti e rimani aggiornato sulle nostre iniziative