Vaccino Astra Zeneca, Rasi ottimista per il via libera entro gennaio

Ottimista per il percorso vaccinale disegnato, l’ex Direttore esecutivo dell’EMA, Prof. Guido Rasi, ospite dei nostri studi virtuali lo scorso 14 dicembre insieme al medico federale Lorenzo Marugo, il 31 dicembre ha rilasciato importanti dichiarazioni ad Adnkronos.

Non è assolutamente escluso che il via libera Ue al vaccino anti-Covid di AstraZeneca possa arrivare entro la fine di gennaio. L’azienda ha presentato ieri all’Ema i dati. Se i dati presentati si riveleranno robusti, omogenei e di facile interpretazione, l’Agenzia potrà esprimersi entro una ventina di giorni: dai 15 ai 30 giorni lavorativi, se come immagino non ha cambiato il suo modus operandi

Rasi, Professore di microbiologia all’Università Tor Vergata di Roma, ha spiegato come a fine dicembre l’azienda AstraZeneca abbia prontamente presentato i dati richiesti dal vicedirettore dell’agenzia europea del farmaco, Noel Wathion. Con i dati necessari l’EMA dovrebbe potersi pronunciare a breve. L’ex numero uno dell’ente certificatore ha ricordato che il problema per l’approvazione era relativo ad una difformità di alcuni dati relativi al dosaggio per ottenere efficacia ottimale. La somministrazione prevista in due dosi in un intervallo tra 4 e 12 settimane.

Un commento anche sul Regno Unito, la cui agenzia regolatoria doveva approvare una serie di lotti per il singolo stato, mentre l’EMA deve farlo per tutti gli stati. La corsa al vaccino in UK era comprensibile anche per l’alto numero di contagi che si stavano registrando, volendo tutelare alcune categorie di popolazione.

L’attenzione però non deve rivolgersi all’estero e cercare confronti sui tempi:

L’Italia dovrebbe sfruttare i prossimi 2 mesi per tarare una strategia vaccinale

continua Rasi auspicando che 

per marzo-aprile siano disponibili almeno altri due vaccini, verosimilmente quelli di J&J e AstraZeneca. Se ci saranno in circolazione 4-5 vaccini di cui due al 95% di efficacia (un colpo di fortuna insperato) e gli altri con caratteristiche diverse, servirà un aggiustamento strategico”. Bisognerà “fare una modellistica, a quel punto. Anche per il sistema sanitario italiano sarà fondamentale non vaccinare tutti a caso, ma iniziare a pensare ‘quale vaccino do a chi‘.

Rincuoranti le informazioni circa il numero delle dosi disponibili, rese note il 31 dicembre scorso con un chiarimento del Presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli [Qui la news], per cui Guido Rasi commenta:

Disporre di 62 milioni di dosi ‘Pfizer e Moderna’ nella prima parte del 2021 significa poter vaccinare 31 milioni di persone, cioè il 50% della popolazione. E anche togliendo quella quota del 7-8% in cui magari il vaccino non funziona, vuol dire comunque che 23 milioni di italiani, un terzo di tutta la popolazione, sono protetti. Se accadrà entro marzo, mi sembrerà un sogno

QUI la news con intervista integrale di ADNKronos

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