Carlotta Zofkova: sento che ho ancora molto da dare e molto da imparare

Carlotta Zofkova, la dorsista azzurra si è raccontata a Nuoto•com: con la dolcezza che la contraddistingue parla di un anno per nulla facile per il mondo dello sport, racconta di cambiamenti e di progetti per un futuro che necessariamente deve essere a breve termine, programmare troppo in là nel tempo sembra infatti essere una chimera ultimamente. Ma la motivazione a lei non manca e cerca di affrontare tutto con il suo inconfondibile sorriso.

Un anno di cambiamenti: con il 2021 passi sotto la guida di Alberto Burlina. Come ti trovi con lui?

Lo slittamento delle Olimpiadi è stato un qualcosa che mi ha portato a riflettere sul mio percorso di atleta. Dopo Rio 2016 ho deciso di essere seguita da Matteo Giunta, e questa si è dimostrata una scelta valida perché dopo due anni ho ottenuto il bronzo sui 100 dorso a Glasgow. Forse, dopo questo risultato, qualcosa è mancato attorno a me. La scelta di cambiare è stata quindi dettata dalla ricerca di nuovi stimoli.

Con Alberto mi trovo molto bene: è una persona che trasmette molto entusiasmo ed è un allenatore molto attento. In questo periodo la mattina mi segue spesso da sola perché mi sta un po’ studiando, sta cercando di capire la mia nuotata, i miei punti di forza e quelli di debolezza. C’è un costante confronto fra di noi, sul contenuto del lavoro, sugli aspetti sui quali possiamo lavorare. Mi trasmette molta carica, ma allo stesso tempo mi fa affrontare le cose anche con la giusta leggerezza. Negli allenamenti del pomeriggio, dove sono con gli altri mi differenzia talvolta il lavoro, ma non la vivo come un’esclusione dal gruppo, bensì come un’individualizzazione dell’allenamento e lo apprezzo molto. Siamo solo agli inizi, ma mi sono già resa conto che è molto attento alla tecnica: controlla moltissimo partenze e fasi subacquee, le mie storiche criticità ed è pignolo sulla tecnica di nuotata. Dettagli non trascurabili per chi nuota le mie distanze. Mi sembra che anche lui sia contento di seguirmi, c’è molta sintonia ed entusiasmo.

Thomas Ceccon come compagno di allenamenti: com’è allenarsi insieme a lui?

Ancora non ci alleniamo tanto insieme, la mattina mi alleno spesso da sola perché con Alberto siamo ancora in una fase in cui sono oggetto di studio per lui. Ma l’allenamento del pomeriggio lo facciamo insieme. Mi sembra un bravo ragazzo, molto tranquillo e a modo. Anche lui nuota i 100 dorso e sicuramente avere un compagno di allenamento come lui è utile. Credo che sia vantaggioso per entrambi perché io posso imparare da lui e lui da me. Alberto ci fa fare ad entrambi delle riflessioni sulle nostre evoluzioni, confrontandole anche a volte,  in modo da capire quali possono essere i particolari importanti sui quali andare a lavorare. È sicuramente un confronto costruttivo e stimolante. Allenarsi insieme è bello e utile per entrambi perché io gli posso trasmettere quel qualcosa che si acquisisce solo con l’esperienza, ed essendo più grande di lui ho qualche competizione in più sulle spalle, lui mi può contagiare con la spensieratezza e l’entusiasmo che è tipico dei ragazzi della sua età.

ZOFKOVA Carlotta ITA Bronze Medal
100m Backstroke Women Finals
Glasgow 07/08/18
Swimming Tollcross International Swimming Centre
LEN European Aquatics Championships 2018
European Championships 2018
Photo Andrea Masini/ Deepbluemedia/Insidefoto

 

È un momento molto particolare a causa di questa pandemia, ma un’atleta cerca sempre di andare avanti per obiettivi. Quali sono i tuoi?

Il primo punto è sicuramente la qualifica olimpica, assolutamente. Anche se è tutto in divenire, ma io voglio crederci. Mi approccio all’allenamento pensando che i Giochi si faranno. Non voglio ascoltare tutte queste notizie, che poi vengono smentite, che cambiano. Creano solo tensione negli atleti e negli allenatori, inutilmente. Io ho puntato a quello come obiettivo, poi quando ci saranno delle prese di posizione definitive da parte del CIO, delle notizie certe, allora ne prenderò atto. Per il momento vado avanti pensando a Tokyo 2021.

Che consiglio ti senti di dare ai giovani atleti che in questi mesi non riescono ad allenarsi come vorrebbero?

Sicuramente non è un momento facile. Penso spesso a quei ragazzi che non possono allenarsi, io fortunatamente sono stata ferma relativamente poco, e nonostante tutto ho sentito il peso della situazione. Mantenere il tono muscolare, la mobilità articolare con altri sport è sicuramente già qualcosa, anche se però per un nuotatore la lontananza dall’acqua è una sofferenza. Non solo perché ti serve per allenarti, ma perché alla fine è un elemento che ti completa. Consiglio ai ragazzi più giovani di cercare di trarre un insegnamento da tutto questo: di fatto è una situazione nuova per tutti. Bisogna guardare avanti, immaginando la prima nuotata che potranno fare: ci arriveranno sicuramente più forti, perché avranno meglio focalizzato il loro obiettivo e ci crederanno più di prima. Bisogna imparare a essere contenti di quello che si ha e non dare nulla per scontato. 

Sei specializzata nel dorso, ma nel corso della tua carriera hai nuotato come ranista e anche mistista. Al di là dei riscontri cronometrici, cosa ti ha fatto scegliere il dorso come tuo stile?

Paradossalmente era il mio stile peggiore. È stato il mio allenatore Tamas Gyertyanffy a voler farmi nuotare a dorso: primo perché era il mio peggior stile nei misti; secondo perché non potevo più fare rana perché ero cresciuta troppo velocemente e quindi la gambata non mi riusciva più bene perché stressavo troppo l’articolazione del ginocchio. Quindi non potendo più fare i misti, ho fatto farfalla per un anno ma non avevo particolari risultati e pertanto mi disse che per arrivare tra le prime in Italia dovevo imparare a nuotare a dorso. Proprio io che facevo una fatica incredibile a stare a pancia in su, non mi piaceva proprio. Sono nata come ranista e mi ritrovo a fare dorso, mai lo avrei immaginato! Così, a 16 anni mi sono ritrovata a nuotare a dorso. Sono consapevole che è tardi ma così è stato. Ho dovuto ricostruire un po’ tutto: la partenza, la subacquea verso l’alto. Ci è voluto tanto, anche perché avevo un allenatore terribilmente attento ai dettagli. Però alla fine ce l’ho fatta. Grazie a questo però mi sento giovane nella mia specialità. Pur avendo un’età che mi permette di definirmi un’atleta matura, il fatto di non nuotare questo stile da sempre mi fa sentire che devo ricercare, ancora e ancora. Ho fame di imparare, anche Alberto se n’è accorto: davanti ad ogni correzione, io prendo e cerco di applicare subito. Sento che ho ancora molto da dare e molto da imparare. La motivazione è forte, sicuramente. 

ZOFKOVA Carlotta
Roma 12/08/2020 Foro Italico
FIN 57 Trofeo Sette Colli 2020 Internazionali d’Italia
Photo Andrea Staccioli/DBM/Insidefoto
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