Avere un corpo o essere un corpo

Se l’essere è quello che resta, non quello che si trasforma, allora ha ragione Parmenide. Abbiamo un corpo. Se l’essere è quello che si trasforma, non quello che resta, allora ha ragione Eraclito (e Heidegger). Allora siamo un corpo.

Non è un semplice gioco filosofico.

dotazione

Se il corpo è una dotazione è secondario ciò che gli accade. Tutto diventa possibile, se è pensabile. Pensi? Ed ecco la realtà. Oggi agiamo così. Tutto si articola sul creare nuovi pensieri. Ed ecco risolta la vita. Pensarli meglio o scriverli meglio. Peccato che non funzioni. Ma basta non dirlo.

Se invece siamo un corpo, è la realtà che conta. Non ciò che pensiamo. Io posso pensare di volare. Ma se apro la finestra e sbatto le braccia precipito lo stesso. Il pensiero non può prescindere da ciò che la realtà presenta.

corpo

Se siamo corpo il nostro io é storia e il nostro corpo un racconto. Ogni segno, ogni trasformazione, ogni parola, ogni esperienza hanno un peso in quello che siamo. Quindi conta tutto è tutto è contato (anche i capelli sulla testa, diceva uno).

Dio e io

La questione del corpo é roba vecchia. Anche i cristiani si sono accapigliati per decidere se Dio aveva un corpo o era un corpo. Hanno deciso che era un corpo, ma poi hanno agito per secoli come se quel corpo non ci fosse. Figuriamoci gli altri.

Anche noi facciamo così. Continuiamo a negare l’io corpo (nonostante abbiamo avuto Freud).

conoscenza

Se l’io è corpo non c’è conoscenza possibile che non passi dall’esperienza corporea: relazioni, contatti, percezioni. E’ corpo anche quella sua estensione che è la parola, modulata e proiettata in base a ricordi, vissuti e passioni, dai muscoli che muovono il respiro.

libri

Io corpo vuol anche dire che non si può imparare leggendo libri e non si può insegnare dicendo: “studia”. S’impara dal coinvolgimento nella vita degli altri. Si insegna coinvolgendosi in relazioni intricate e disturbanti. Per questo la scuola è un fallimento.  Fa a meno del corpo. Coi libri si fissa qualcosa che è già passato da un attrazione, che è diventata un dialogo, che si è trasformato in comprensione. Un dramma. Non un progetto.

La nostra fortuna è che è impossibile nuotare online.

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