Il nuoto come risorsa per il post Covid

Si parla tanto di Covid-19 ma molto meno delle sue conseguenze. Argomento interessante ma poco considerato. Credo invece sia importante che il mondo dello sport sia informato, perché l’argomento apre scenari inediti.

Il Covid è una vera furia che attraversa il corpo. Può attaccare quasi tutto l’organismo con conseguenze devastanti e la mappa dei danni che il virus causa è molto estesa. L’infezione coinvolge più organi e si associa a un grave stato infiammatorio, la cosiddetta tempesta citochinica. L’infezione concentra la sua azione anche su cervello e sistema nervoso centrale e periferico, con conseguenze dirette sulla salute cognitiva.

Secondo uno studio condotto all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che ha preso in considerazione un campione di ben 767 pazienti dai 20 ai 92 anni, dopo tre mesi dalla guarigione la metà dei pazienti (51,4%) lamenta ancora palpitazione e dispnea da sforzo, altri (44%) affaticamento, non percezione degli odori (4%), ansia (10%), trauma psicologico (30%). Il 24% assume ancora farmaci, in particolare anticoagulanti.

Ma il dato più interessante per il mondo dello sport è che ben il 19% delle prove di funzionalità respiratoria, alle quali sono stati sottoposti i pazienti ex Covid, sono risultate patologiche e quasi la metà di esse hanno dovuto seguire percorsi di cura specialistici in cardiologia, medicina respiratoria, riabilitazione e neurologia: insomma il virus passa ma i sintomi restano per mesi.

Ad essere particolarmente subdoli e persistenti nel tempo sembrano essere i sintomi psicologici, una sorta di long Covid emotivo. Proprio per questo diventa così importante richiedere il sostegno psicologico, una vera risorsa per rielaborare l’esperienza.

La pratica sportiva in acqua: una risorsa importante

La pratica sportiva ha le sue radici nella storia dell’uomo, nel suo passato di cacciatore per il quale dalla prestanza fisica, e quindi dall’allenamento, dipendevano le probabilità di sopravvivenza.

La ricerca scientifica da sempre sottolinea l’importanza di svolgere attività sportiva per favorire la salute psicofisica dell’individuo, al punto che è stata inserita già da tempo come elemento prescrivibile nella ricetta medica.

La costanza nella pratica sportiva si correla con una migliore gestione dell’umore, delle capacità cognitive e di gestione delle situazioni di stress. Ma anche di allenare la capacità attentiva, il controllo motorio, di sviluppare la resilienza e prevenire il deterioramento delle funzioni cognitive.

A questo punto è opportuno fare delle riflessioni. Quanto sarebbe importante per chi esce dal Covid poter praticare ginnastica respiratoria in acqua? Quanto sarebbe importante prevedere percorsi “riabilitativi” nelle nostre strutture, adeguati e su misura per chi ha bisogno di ritrovare coordinazione motoria, equilibrio posturale, tono muscolare? Quanto sarebbe stimolante per i pazienti ritrovarsi in un ambiente sociale e condividere percorsi per ritornare, con tutta la gradualità che il caso richiede, in forma? Quanto sarebbe utile per noi, operatori sportivi, collaborare con i medici per studiare esercitazioni utili per questi pazienti? E quale beneficio rappresenterebbe, per gli operatori sanitari tutti, potersi ricaricare con una sana attività sportiva dopo questo incredibile periodo di stress?

Sono queste le sfide che attendono il mondo sportivo, che sappiamo già non vede l’ora di accettarle e vincerle.

Bibliografia

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