“Piscine chiuse, un pezzo di società che va a fondo”: l’appello del CR Liguria

Si moltiplicano le iniziative dei Comitati regionali di Federnuoto per sensibilizzare le autorità locali sulla drammatica situazione delle società sportive e in particolare di quelle che oltre a praticare attività hanno in carico la gestione degli impianti natatori.

Il presidente del CR Liguria, Silvio Todiere, così scrive a Giovanni Toti, presidente del Consiglio regionale e ad altri amministratori del territorio:

Gentile Presidente, gentile signor Sindaco, gentili Assessori,
mi permetto di disturbarvi con queste poche righe per portare alla vostra attenzione, come ultimo, disperato grido d’aiuto, la situazione che coinvolge le piscine della nostra regione, le attività ad esse collegate ma soprattutto il drammatico momento delle società sportive affiliate.

Un brevissimo riepilogo. Le piscine sono state le prime a chiudere e le ultime a riaprire nel corso della prima ondata dell’emergenza pandemica. Anche nel corso della seconda ondata, gli impianti sono stati chiusi immediatamente (era l’ottobre scorso) e da allora non hanno più riaperto: in totale, nell’ultimo anno o poco più, 266 giorni di chiusura forzata. A questo si devono aggiungere ‘ristori’ che, nella migliore delle ipotesi e solo in alcuni casi, sono arrivati a coprire appena il 20% del fabbisogno.

Se fino a ieri la situazione era drammatica, nelle ultime ore si è fatta ancora più preoccupante dal momento che l’ultimo decreto licenziato dal Governo consente la riapertura dei soli impianti all’aperto a partire dal 15 maggio. Non si fa alcun cenno alle piscine al chiuso, che anche a Genova e in Liguria sono la stragrande maggioranza: eppure molti autorevoli studi hanno certificato che la presenza del cloro contenuto in elevata quantità in acqua abbatte drasticamente qualsiasi rischio di infezione; eppure le società che gestiscono gli impianti hanno speso decine di migliaia di euro per adeguarli a qualsiasi protocollo vigente; eppure le ispezioni del nucleo NAS dei Carabinieri nelle piscine della Liguria, eseguite poco prima della chiusura di ottobre, non hanno evidenziato alcuna problematica. Nonostante tutto questo, non solo siamo chiusi, ma non siamo neanche citati e considerati per eventuali riaperture.

Teniamo a ricordarvi che la Liguria vanta, negli sport acquatici, una tradizione e un numero di successi imparagonabile alle altre regioni italiane, facendone un vero e proprio core business per questo territorio.
Intorno al nostro mondo ruotano in Liguria 50 società, 7mila atleti, 400 dirigenti, 700 allenatori, 180 arbitri, 15mila bagnini e oltre 50mila utenti. Tutto questo rischia di sparire per sempre e già oggi versa in una condizione drammatica.

Il mio, anzi il nostro, è un disperato grido di aiuto. Signor Presidente, signor Sindaco, gentili Assessori: dateci una mano, fate sentire la Vostra autorevole voce dove serve, come avete sempre fatto per la vostra Comunità. Perché oggi un pezzo importante di questa sta andando a fondo, nell’indifferenza generale.
Grazie di cuore per tutto quello che potrete fare.

Ph. ©Savonanews

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