FAQ OFF

Scusate se torno sull’argomento. Di domenica bisognerebbe rilassarsi, mangiare le pastarelle e bollire il ragù, ma c’è un pensiero che mi assilla.

Premetto che ritengo assolutamente legittima la scelta del governo di tenere chiuse le piscine coperte. Alla luce di quello che sta accadendo in questi giorni, con l’allentamento sbracato di tutte le precedenti disposizioni e gli italiani che ormai sono entrati in modalità Brigitte Bardot Bardot, una scelta insensata ridicola autolesionista ma comunque legittima. Dall’inizio della pandemia ho sempre pensato che se i nostri connazionali si fossero appassionati più di educazione civica che di virologia ne saremmo usciti prima e meglio e non ho mai contestato il merito delle decisioni prese strada facendo.

Vorrei invece spendere qualche parola sul metodo:

  • Il governo agisce come legislatore emanando un decreto che prevede la riapertura delle palestre ma non delle piscine
  • Lo stesso governo, attraverso una propria appendice denominata Dipartimento per lo sport della Presidenza del consiglio dei ministri, pubblica una risposta (la numero 4) a FAQ nella quale precisa che per “palestra” si intende “qualunque locale attrezzato per praticare sport al chiuso”, alimentando le ragionevoli pretese di riapertura anche delle piscine indoor
  • Sempre lo stesso governo, attraverso un non identificato impiegato addetto alla corrispondenza, risponde negativamente alle richieste formulate via email da alcuni gestori rispetto alla plausibilità delle suddette riaperture
  • Ancora lo stesso governo modifica senza preavviso il testo della risposta numero 4 cambiando la definizione di “palestra” in “qualunque locale destinato allo svolgimento di esercizi atletici o ginnici a secco”, mettendo così una pietra sopra la questione

Ora, e vi prego di credere che da questa domanda non vuole trapelare un solo alito di populismo o qualunquismo, qualcuno mi spiega come è possibile che anche la più scalcagnata delle microimprese quando corregge un documento ufficiale inserisce la dicitura “modificato in data” mentre il destino professionale di centinaia di migliaia di operatori è appeso alle dita di un funzionario che anonimamente rilascia pareri e modifica atti non di una bocciofila, del governo della Repubblica italiana? E che di queste azioni non rimanga una traccia che consenta di ricostruire un processo decisionale che impatta sulla vita di milioni di italiani?

A me sembra un’anomalia davvero enorme.

(Nella foto: italiani accolgono il rientro in zona gialla con sobria compostezza ©Unsplash)

 

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