Stefano Morini: “Una nazionale impressionante”

A Campionato europeo concluso, incontriamo il responsabile del Centro federale di Ostia per un bilancio complessivo , definendo il gruppo come una Nazionale eccezionale e sottolineando come la sinergia tra società sportive, tecnici federali e Federazione Italiana Nuoto abbia fatto la differenza.

Qual è il suo bilancio complessivo per il gruppo del Centro federale di Ostia?

Penso di poterlo definire un bilancio positivo. Alla fine, portiamo a casa cinque medaglie: la stagione è stata sicuramente particolare. Abbiamo cominciato decisamente non bene perché siamo stati male in molti a causa del Covid e di conseguenza parecchio fermi. Nel momento in cui abbiamo ripreso gli allenamenti ho dovuto fare delle considerazioni sullo stato delle cose e rivedere quella che poteva essere la preparazione. Non avevo messo il Campionato europeo come obiettivo di risultato, ho finalizzato tutto a Tokyo. Pertanto, a maggior ragione possiamo ritenerci soddisfatti perché i ragazzi erano in uno stato di forma non ottimale.

Che impressione ha avuto di questa Italia del nuoto?

Impressionante! È stato un campionato eccezionale: penso che ce ne siano pochi dei 48 atleti presenti che non hanno preso una medaglia o fatto una finale. Questo è un gruppo che ha dimostrato una crescita negli ultimi quattro anni davvero incredibile. Penso che il lavoro fatto nei club sia stato notevole, abbinato poi a quello dei tecnici federali ha portato a risultati importanti. Fondamentale anche il ruolo della Federazione italiana nuoto, in particolare nella persona di Cesare Butini: il supporto è stato grande e fondamentale. È un Italia che ha dimostrato di non essere solo presente, ma protagonista.

Il Centro federale di Ostia è diventato un hub vaccinale: com’è la convivenza con questa realtà?

Assolutamente tranquilla. Non c’è nessuna difficoltà, veramente. Il Centro federale è diviso in due sezioni e continuiamo a vivere nella parte dedicata a noi, come prima. Non ha influito minimamente su quello che è lo svolgimento dell’attività dei ragazzi. È una cosa che è stata gestita in maniera ottimale, permettendo alle due realtà di convivere senza alcun problema.

Si sta preparando Tokyo, ma Parigi 2024 è già molto vicina. Nel lavoro che state svolgendo c’è già qualche spunto finalizzato al prossimo triennio?

In questo momento l’obiettivo è Tokyo, ci stiamo concentrando solo su quello. Finita questa Olimpiade sarà indispensabile fare un esame e valutare quello che può succedere nei prossimi tre anni. Penso che alla fine, questo anno in più per Tokyo e uno in meno per Parigi abbia giovato molto ai giovani, perché probabilmente l’anno scorso non sarebbero riusciti a qualificarsi e sarebbero passati un po’ più inosservati. Mi viene in mente una realtà che conosco, quella di Livorno: i ragazzi hanno maturato molto in quest’anno in più e lo hanno dimostrato. Alberto Razzetti è stata una grande scoperta, Sara Franceschi ha maturato una consapevolezza importante. Credo che gli elementi per disputare una bella Olimpiade ci siano tutti.

Ph. ©A.Staccioli/Deepbluemedia

 

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