“Le Fiamme Oro puntano all’alto livello senza trascurare la responsabilità sociale”: intervista esclusiva con Luca Piscopo

A margine del Trofeo Sette Colli incontriamo Luca Piscopo: responsabile del Centro Nazionale Fiamme Oro presso la Questura di Napoli del settore nuoto in acque libere e anche di quello in vasca, oltre che di tutte le altre discipline acquatiche, da qualche mese Piscopo è anche Consigliere in quota atleti della Federazione italiana nuoto.

Come descriverebbe lo stato attuale del nuoto in Italia? E del gruppo Fiamme Oro in particolare?

Il gruppo sportivo Fiamme Oro con la Federazione Italiana Nuoto ha un rapporto di collaborazione che definirei quasi idilliaco. Per noi è un punto di riferimento importante. Oltre all’attività con gli atleti di alto e altissimo livello, siamo presenti con tante sezioni giovanili presso i nostri impianti a Napoli e a Roma. Probabilmente ne apriremo uno anche a Milano, presso il reparto mobile. Crediamo moltissimo nei valori dello sport, e il nostro lavoro è finalizzato alla diffusione di questi valori trasmettendoli ai giovani. Inoltre, associare la polizia di stato all’attività sportiva, significa far veicolare un’immagine diversa de quella che si è abituati a vedere quotidianamente. Il nostro Presidente, Francesco Montini, ci tiene molto: sta investendo tanto, attraverso le risorse, i concorsi, il supporto alle federazioni e nel nuoto, nello specifico, ci teniamo a farlo perché la Federazione Italiana Nuoto per noi è un riferimento. Ad oggi siamo affiliati con ventitré federazioni, e tra queste la FIN è un fiore all’occhiello. C’è un rapporto storico: siamo stati pionieri nel nuoto di fondo, siamo presenti dal 1954 con il salvamento, e in maniera importante. Credo siamo il primo gruppo in termini di assunzioni per quanto riguarda gli ultimi anni e questo proprio perché è un settore nel quale crediamo profondamente e gli obiettivi sono comuni, c’è un’unità di intenti. Cerchiamo di crescere con l’alto livello, perché comunque a tutti piace vincere, ma senza tralasciare la parte sociale. Parliamo di circa 350 tesserati, proprio a testimoniare che i fatti supportano quanto ho appena detto.

All’interno del gruppo sportivo delle Fiamme Oro ci sono degli atleti che hanno ottenuto importanti risultati sia a livello nazionale che internazionale. Quali sono le linee guida che caratterizzano la preparazione dei vostri atleti?

La maggior parte degli atleti si allena presso le proprie società; quello che noi facciamo è un lavoro di sinergia con i tecnici societari e tecnici federali. Allo stesso tempo, cerchiamo di dare qualsiasi supporto ai ragazzi. Interveniamo qualora sussistano problemi logistici, se si rendono necessarie delle trasferte, viaggi finalizzati ad integrare l’allenamento, fisioterapia. Di fatto, possiamo dire di funzionare come una vera e propria società sportiva. Inoltre, abbiamo i nostri tecnici che lavorano con molti atleti: Pietro Bonanno, Andrea Nava, Germano Proietti, Andrea Volpini. Un’altra figura di riferimento per noi è Angelo Lorenzini, per tutti Lillo, che è il direttore tecnico del nuoto. A volte mi rendo conto che possiamo dare l’idea di essere una presenza ingombrante. In realtà, il nostro obiettivo è far sentire i ragazzi parte di un gruppo, devono sentirsi sereni, tutelati, liberi di manifestare le difficoltà.

Per quanto riguarda il nuoto di fondo, che in questi ultimi anni è praticamente esploso come movimento, cosa ci può dire?

Io arrivo dal fondo, anni fa ero responsabile del settore. È stato fatto un incredibile lavoro di squadra e il merito va dato a tutti i tecnici e i ragazzi che mi sono stati e che sono tuttora vicini. È un settore per noi davvero importante: è nato a Napoli oramai una trentina di anni fa, se non erro. E siamo stati pionieri nel fondo, abbiamo investito tempo, risorse e fatica, ma i risultati si sono visti, al punto da diventare un biglietto da visita. Ora è un settore impreziosito da Gregorio Paltrinieri e Domenico Acerenza, che con i loro risultati ma anche con la loro personalità, danno lustro a questo settore, invogliando anche i giovani ad approcciarsi alle acque libere. Da quando è diventata disciplina olimpica si è aperto un po’ tutto il settore, è stata a tutti gli effetti una spinta per lanciare questa disciplina. Un tempo era considerato un po’ uno sport di serie B, chi non era bravo in piscina provava a fare le gare al mare. E invece adesso non è più così, anzi, direi che il movimento è cambiato proprio anche a livello europeo e mondiale. E poi, a mio parere è uno sport assolutamente affascinante. È primordiale, c’è un contatto diretto con la natura, le variabili che si possono presentare durante la competizione sono molte e comuni a tutti. È uno sport mentale, che richiede tantissimo sacrificio. È uno sport di situazione: ovviamente devi essere preparato, ma devi anche essere allenato a mantenere la lucidità per poter cogliere l’attimo. Oggi si tende a creare il bacino artificiale in cui svolgere la competizione, e forse ha snaturato un po’ quello che era il nuoto di fondo, di contro però ha aumentato la sicurezza per chi nuota.

Le Fiamme Oro si caratterizzano per avere anche il gruppo sportivo degli atleti paralimpici. Vuole parlarci di questa realtà?

Questa è stata una grande intuizione di Roberto Bonanni, che insieme a Riccardo Vernole ha dato vita a questa realtà. E per noi è motivo di orgoglio, perché rappresenta lo spirito di inclusione che ci caratterizza. Stiamo lavorando molto bene con la nazionale di nuoto paralimpica, tra poco saranno a Napoli a fare i campionati italiani. Gli atleti che noi tesseriamo ci vengono indicati dalla Federazione e dal CIP, perché comunque ci affidiamo alla Federazione con la quale ci affiliamo e al suo staff tecnico. Le loro indicazioni sono preziose. A noi fa piacere perché riteniamo che non ci siano differenze: un atleta paralimpico si allena tanto quanto, e a volte molto di più, dei normodotati. Per cui riteniamo che non ci dovrebbero essere differenze, bensì pari opportunità. Perché il loro impegno e la loro determinazione sono davvero notevoli.

È stato eletto consigliere in quota Atleti nel nuovo Consiglio della Federazione Italiana Nuoto, guidato per il prossimo quadriennio da Paolo Barelli. Cosa ci può dire di questa nuova esperienza?

È una bellissima avventura! Sono veramente onorato di far parte di questa squadra, perché a tutti gli effetti di squadra possiamo parlare. C’è collaborazione, unità d’intenti. Sono nel mondo natatorio dall’età di tre anni, pertanto posso dire che il mio elemento naturale è l’acqua. Poter dare il mio supporto all’interno del Consiglio Federale mi rende davvero orgoglioso. Inoltre, ho una grande stima per il nostro Presidente Paolo Barelli: è per tutti noi un riferimento. Entrare a farne parte in un quadriennio così particolare, in cui ci sono due Olimpiadi, c’è una pandemia in corso, per molti potrebbe essere visto come un momento non proprio felice. Sicuramente la situazione è complessa, ma allo stesso tempo è una spinta a fare il massimo, a dare tutto quello che si può, proprio come lo sport richiede. Abbiamo una guida eccellente che ci supporta a svolgere il nostro ruolo nel migliore dei modi. Barelli negli anni è riuscito a creare un meccanismo virtuoso, ha saputo delegare le mansioni, dando fiducia alle persone, e questo non può che portare ai risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti: una Federazione solida, vincente, che dà lustro al paese. Per certi versi è ciò che anch’io cerco di fare all’interno delle Fiamme Oro: avere dei validi collaboratori, di fiducia, ai quali demandare, è la cosa che ti permette di strutturarti, di avere maggiore controllo sulle attività svolte. E pertanto la probabilità di commettere errori si riduce notevolmente.

Probabilmente mi è stata di grande aiuto l’esperienza fatta per dodici anni come consigliere nel comitato regionale campano. Sono stati anni molto formativi, durante i quali ho lavorato con persone straordinarie ed estremamente capaci che mi hanno supportato e consigliato, permettendomi di crescere professionalmente.

Il mondo dello sport, e nello specifico quello del nuoto, è stato fortemente segnato dall’emergenza sanitaria che ci siamo trovati a vivere a causa del Covid-19. In che modo avete affrontato la situazione e supportato i vostri atleti e società?

Sicuramente abbiamo dovuto adeguarci, come tutti del resto, ai vari DPCM che si sono succeduti. Essendo affiliati alle Federazioni con le quali collaboriamo, oltre a recepire le indicazioni del ministero, dobbiamo tenere in considerazione le indicazioni federali per lo svolgimento delle attività. Siamo riusciti a dare l’opportunità agli atleti a continuare ad allenarsi. Dove ci sono stati problemi logistici, abbiamo messo a disposizione le nostre strutture. Sicuramente è stata fondamentale la collaborazione con la Federazione Italiana Nuoto, che attraverso i centri federali e i collegiali ci ha supportato nel far continuare l’attività ai nostri ragazzi. E soprattutto abbiamo dato supporto anche ai tecnici. Per quello che è il nostro modo di operare, noi ci facciamo sentire nel momento del bisogno, non solo quando c’è la gara. Il messaggio che mandiamo ad atleti e tecnici è che quando c’è una difficoltà, possono e devono rivolgersi a noi. Perché il nostro compito è proprio quello: dare supporto. Mi sento di poter dire che non siamo solo un gruppo sportivo, ma una grande famiglia.

Si sta svolgendo il 58° Trofeo Sette Colli: qual è il suo pensiero su questa manifestazione che di fatto è un fiore all’occhiello per la nostra nazione e per il nostro movimento?

È una manifestazione incredibile. E in questo periodo caratterizzato dal Covid è stata realizzata veramente in maniera egregia. Ci sono i controlli e tutte le attenzioni del caso. Anche le limitazioni purtroppo, ma in questo momento è giusto così. E poi è caratterizzato da una location unica! Che tu lo viva da atleta, da tecnico o da spettatore, la piscina del Foro Italico è un contesto magico. Fortunatamente questa edizione vede la partecipazione di un po’ di pubblico. Sapendo ciò che abbiamo passato, è una grande soddisfazione. E poi è una manifestazione che ormai ha consolidato la sua fama anche all’estero, lo dimostra la grande partecipazione di atleti stranieri che ogni anno vediamo presenziare alle gare.

Ph. ©Deepbluemedia

 

 

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