Sun Yang pt. III: TokyNO, road to Paris 2024?

Lo scorso 22 giugno, il Tribunale Arbitrale dello Sport ha squalificato per quattro (4) anni e tre (3) mesi il nuotatore Sun Yang, colpevole di aver aver infranto le norme antidoping e, in particolar modo, di aver violato gli artt. 2.3 e 2.5 del 2021 FINA Doping Code.

La vicenda di Sun Yang è già stata oggetto di analisi nella nostra rubrica e si riportano qui brevemente i passaggi: l’atleta, che già era stato sospeso nel 2014 dalle autorità cinesi dopo esser risultato positivo a uno stimolante vietato all’epoca, nel febbraio 2020 veniva squalificato per 8 anni dal TAS.

A dicembre 2020, tuttavia, la Corte federale svizzera, adita dai legali del nuotatore, aveva accolto una domanda di revisione e ne aveva sospeso il provvedimento. Infatti, il presidente del Panel che aveva giudicato Sun Yang, l’italiano Franco Frattini, veniva accusato dai legali del nuotatore di aver fatto commenti pubblici attraverso i social, nei quali manifestava il proprio disappunto per alcuni esempi di crudeltà sugli animali nello stato cinese. Tali esternazioni avrebbero portato a chiedere la revisione della decisione per mancanza di imparzialità ed indipendenza del Panel giudicante, in contrasto con l’art. R33 Code TAS che disciplina quanto segue: “Ogni arbitro deve essere e rimanere imparziale e indipendente dalle parti e deve rivelare immediatamente qualsiasi circostanza che possa compromettere la sua indipendenza nei confronti di una delle parti”.

Supporter of Sun Yang of China
Gwangju South Korea 24/07/2019
Swimming
18th FINA World Aquatics Championships
Nambu University Aquatics Center
Photo © Andrea Staccioli / Deepbluemedia / Insidefoto

Conseguentemente, la WADA (World Anti Doping Agency), sostenendo di aver vinto chiaramente il giudizio nel merito, in quanto era stata in grado di dimostrare la violazione del Codice Antidoping e degli standard internazionali per i test antidoping da parte dell’atleta, ha riproposto le medesime questioni già discusse nel primo procedimento e ha argomentato le sue ragioni avanti al Panel del TAS, in diversa composizione: il Presidente Dr Hans Nater (svizzero) e i componenti, Prof Jan Paulsson (francese) e il Prof Bernard Hanotiau (belga), chiamati a decidere definitivamente sul caso, hanno tenuto una nuova udienza mediante videoconferenza in data 25, 26, 27 maggio 2021, nel nuovo processo World Antidoping Agency (WADA) vs. Sun Yang & Federation Internationale de Natation (FINA).

Il nuovo FINA Doping Code (DC) 2021, entrato in vigore nel gennaio 2021, e quindi successivo rispetto all’emissione del primo lodo del TAS del febbraio 2020, offre una cornice edittale, cioè una forbice sanzionatoria, e un margine di apprezzamento più ampi rispetto alla precedente normativa, quanto alla commisurazione della sanzione in relazione alla recidività nel comportamento di un atleta. In buona sostanza, se in passato i Panels che applicavano il FINA DC erano tenuti a imporre una sanzione unica corrispondente al doppio del periodo di “ineleggibilità per gareggiare” applicabile alla seconda violazione antidoping, con le regole del 2021, invece, possono decidere tale periodo formulando la propria valutazione sulle seguenti circostanze: sei (6) mesi o un periodo compreso tra la somma del periodo imposto per la prima violazione e quello applicabile alla seconda violazione delle regole antidoping trattata come se fosse una prima violazione, ovvero il doppio del periodo di ineleggibilità per gareggiare applicabile alla seconda violazione delle regole antidoping trattata come se fosse una prima violazione.

SUN Yang CHN
swimming
Men’s 800m freestyle final
day 13 26/07/2017
XVII FINA World Championships Aquatics
Photo © Giorgio Perottino/Deepbluemedia/Insidefoto

In considerazione del fatto che, come detto, Sun Yang ha già commesso una violazione delle regole antidoping nel giugno 2014, l’atleta risulta essere recidivo. Nella fattispecie, il nuovo Panel ha ritenuto che al nuotatore dovesse essere imposto un periodo di ineleggibilità di quattro (4) anni e tre (3) mesi a partire dal 28 febbraio 2020 per aver violato l’art. 2.3 del 2021 FINA Doping Code “Evading, Refusing or Failing to Submit to Sample Collection by an Athlete” e l’art. 2.5 del 2021 FINA DC “Tempering or alleged tempering with any Part of Doping Control by an Athlete or other person”.

Poiché il divieto deve essere retrodatato a partire da febbraio 2020, ciò significa che Sun Yang potrebbe ritornare a gareggiare ai Giochi Olimpici di Parigi del 2024, all’eta di 32 anni: tuttavia, il campione olimpico iridato di Rio 2016 nella specialità dei 200 sl, non potrà gareggiare e difendere il titolo nell’imminente appuntamento di Tokyo.

Il verdetto espresso dal massimo organo giurisdizionale internazionale, per il quale non ci sono margini ulteriori di modifica, non sentenzia solo sull’ennesima triste vicenda di doping, ma induce, come sempre, alla riflessione sull’immagine dello sport ad alti livelli. Infatti, sarebbe un grande passo in avanti se gli operatori dello sport, in qualunque forma collaborino, avessero a cuore il valore educativo delle loro azioni, di quanto la loro attività rappresenti un faro, un’ambizione e possibilmente un obiettivo per chi approccia allo sport in età evolutiva; varrebbe davvero più di un oro olimpico il poter assistere alla liberazione dello sport da tutte quelle pratiche che lo inquinano, avendo a mente che, diceva Simon Bolivar, “L’arte di vincere la si impara nella sconfitta”.

  • Cristina Varano – Avvocato del Foro di Roma; esperto di giustizia sportiva; Procuratore Federale FIJLKAM/FIPE
  • Andrea Doro  Dottore in Giurisprudenza; Ufficiale di gara FIN (Arbitro nazionale di pallanuoto – Serie A2)
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