Ryan Murphy e Luke Greenbank: dubbi sulla correttezza degli atleti russi. Il ROC: “Dio ci aiuta”

Dopo la  seconda vittoria di Evgeny Rylov (nella foto), gli altri medagliati dei 100 e 200 dorso Ryan Murphy (USA) e Luke Greenbank (GBR) hanno avanzato dei dubbi sulla regolarità della competizione.

Molti atleti sono effettivamente infastiditi dalla presenza deI russi: dopo che la loro nazione non è stata ammessa ai Giochi per le note vicende legate al doping di stato, agli atleti è stato consentito di partecipare sotto la bandiera del Comitato olimpico nazionale (ROC) sostituendo all’inno un estratto del Concerto per pianoforte n. 1 di Piotr Tchaikovsky. Una decisione pilatesca che ha lasciato perplessi molti osservatori e che ha portato ai dubbi manifestati da Murphy e Greenbank durante la conferenza stampa.

A seguito di tali dubbi, il ROC ha rilasciato un comunicato sarcastico:

Le nostre vittorie rendono nervosi alcuni dei nostri colleghi. Sì, siamo qui alle Olimpiadi. Che a qualcuno piaccia o meno. Il solito organetto ha ripreso a suonare la canzoncina del doping russo. La propaganda anglosassone che cola fuori nella calura di Tokyo dalle bocche degli atleti irritati per la sconfitta. Non vi consoleremo. Ci perdonino i deboli. Dio sarà il loro giudice. E per noi, un aiuto.

Dettto che le dichiarazioni di Murphy e Greenbank possono suonare inopportune, il tono del comunicato lascia davvero pochi dubbi rispetto alla volontà delle autorità sportive russe di intraprendere una seria iniziativa di redenzione dal problema del doping.

Leggi la notizia su Swimming World Magazine [ENG]

Ph. ©Deepbluemedia

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