Grazie, Federica

Si è appena abbassato il sipario su questa incredibile edizione delle Olimpiadi.

Incredibile per tanti aspetti.

Incredibile per l’anno di ritardo e per la causa di tanto ritardo.

Incredibile per i risultati ottenuti dal team Italia: ben 40 medaglie distribuite su molte discipline.

Incredibile per i primati raggiunti.

Incredibile per un Gregorio Paltrinieri che ha messo nel sacco la mononucleosi ed oltre ogni previsione ha conquistato ben due podi.

Incredibile per il futuro luminoso che aspetta Federica Pellegrini, neo eletta membro del Comitato olimpico internazionale, cinque olimpiadi da nuotatrice e almeno altre due, visto che l’incarico durerà non meno di sette anni, da rappresentante degli atleti.

“Il fatto di potere avere subito una possibilità di rimanere nel mio mondo e fare qualcosa di concreto è un sogno a cui non volevo credere, e invece oggi l’ho esaudito… Quello che voglio fare nel CIO è rendere sempre più facile la vita di un atleta che approccia alle Olimpiadi” ha dichiarato Pellegrini ed ha aggiunto “Lotterò anche per il benessere mentale degli sportivi… È indispensabile una figura professionale che li possa sostenere anche dal punto di vista psicologico, io me la sono cercata e scelta da sola, ma non mi è stata mai proposta in questi anni.”

Il primo grazie a Federica Pellegrini voglio dirlo io.

Grazie Federica per il proposito espresso di voler lottare per il benessere mentale degli atleti e per aver messo in evidenza l’importanza del sostegno psicologico per il mondo dello sport.

Come psicologa dello sport che opera da anni in questo settore sono certa che grazie alla tua determinazione saprai dare il giusto risalto a tutti i professionisti che in modo silenzioso e discreto, lontani dai riflettori ma vicini agli atleti che seguono, lavorano in team con allenatori, medici sportivi, preparatori atletici per il benessere e la performance degli atleti, non solo quelli di élite che ci hanno entusiasmato e tenuto svegli sul fuso orario del Giappone.

Ci sono infatti tanti atleti nelle categorie giovanili che possono giovare dell’intervento dello psicologo dello sport, imparando di pari passo alla tecnica anche  a guidare la mente e ad essere concentrati sulle risorse, a gestire le emozioni, a fare squadra, ad imparare dagli insuccessi e a gioire delle vittorie, a sapersi rialzare dalle cadute, a gestire al meglio gli imprevisti, a scegliere gli obiettivi, a sapersi incoraggiare, a trovare soluzioni e non colpe.

Grazie Federica per tutto quello che farai per rendere atleti, allenatori e psicologi dello sport sempre più famiglia, uniti verso un unico obiettivo.

Ph. ©G.Scala/Deepbluemedia

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