Lydia Jacoby: “Vivo vicino al mare, per noi nuotare è una questione di sicurezza”

Sul sito ufficiale del Comitato olimpico internazionale è disponibile una lunga intervista alla quindicenne prodigio della rana mondiale, la statunitense Lydia Jacoby che a Tokyo nei 100 ha detronizzato Lilly King e si è messa alle spalle anche la vincitrice dei 200 Tatjana Schoenmaker.

 

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Jacoby proviene da Seward, una piccolissima (2773 abitanti) città nella penisola di Kenai, in Alaska, uno dei luoghi più affascinanti ma anche meno ospitali degli Stati Uniti. Un’alascana non aveva mai fatto parte della rappresentativa nazionale di nuoto, figuriamoci vincere una medaglia.

Da quando sono tornata a casa tutti mi riconoscono; devo prepararmi ad essere più socievole.

Noi siamo una comunità marina, quindi da noi quasi tutti i bambini frequentano una piscina. È una questione di sicurezza.

La piscina della Seward High School ha una vasca da 25m, per nuotare in lunga servono tre ore di automobile, ma questo non ha fermato Jacoby, che fino ai trials olimpici era ancora relativamente sconosciuta, per quanto iscritta con il terzo tempo. Come molti altri giovanissimi talenti, il posticipo per Covid le ha dato un’occasione inaspettata.

Il rinvio delle Olimpiadi ha rappresentato una grande opportunità per tutto il gruppo della nazionale giovanile, e si è visto nei trials. A Tokyo eravamo undici teenager, insieme a un gruppo di straordinari veterani che ci hanno aiutato con la loro esperienza e il loro esempio, e tutto ha funzionato alla grande.

Sono arrivata davanti a Lilly King, ma senza di lei non avrei raggiunto questo risultato, quindi è una vittoria per entrambe e soprattutto per gli Stai Uniti.

Fra i principali problemi nella gestione post olimpica, l’esplosione di popolarità sui social. Il suo profilo Instagram è passato in pochi giorni da qualche centinaio a oltre 75mila follower.

È pazzesco. Prima delle Olimpiadi non avevo neppure il profilo aperto. I primi supporter sono ovviamente i miei concittadini, che hanno seguito tutto il mio percorso e mi conoscono da una vita. Il loto non è un interesse occasionale, sono felici per me e per l’attenzione che porto sulla nostra comunità.

Adesso le cose si stanno normalizzando, è ricominciata la scuola e sto tornando alle mie abitudini. Ho preso una piccola pausa dal nuoto, riprenderò credo fra un paio di settimane. Voglio completare la high school qui a Seward, poi nel 2022 mi trasferirò presso la University of Texas per frequentare il college. Non vedo l’ora. Penso che mi iscriverò a Design e management della moda.

 

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L’intervista non può non chiudersi con le immancabili sentenze motivazionali.

È importante ricordare che tutti possono farcela. Tutti possono realizzare i propri sogni. Servono tempo impegno e sacrificio, ma i risultati arrivano. È importante ricordarlo: quando le cose sono difficili, bisogna stringere i denti e andare avanti.

Ph. ©G.Scala/Deepbluemedia

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