Townsville news, 1956.

Tobruk Olympic pool di Townsville, nel Queenland, dove si svolse la preparazione australiana per Melbourne 1956.

 

Alla Tobruk Olympic Pool di Townsville, dove si preparava l’Olimpiade di casa Australia, ci volle poco perché la competizione tra gli allenatori raggiungesse il culmine. Harry Gallagher, “la volpe“, sentì che era giunto il momento di appioppare un colpo a Guthrie, il suo nemico, per metterlo nel sacco. La carta che scelse fu quella dell’attacco indiretto all’io smisurato del rivale. Avrebbe usato l’astuzia e la presunzione di Bill Holland, la controfigura che faceva da capo allenatore.

confidenze

La strategia di Harry fu quella di andare dal capo, a recitare la parte di quello che si confida col superiore per avere comprensione. Come captatio benevolentiae cominciò raccontando ad arte le disgrazie del suo gruppo: Murray Garretty ha le spalle a pezzi, Jon Henricks  non ne può più di lavoro duro,  Gerganyinia Beckett, che è troppo chiara di pelle, s’è scottata al sole ed è esaurita… Poi lanciò  l’amo. Dawn Fraser si sta allenando per battere Lorraine Crapp nei 400 metri e va alla grande”. Naturalmente s’era preoccupato di far sapere ad Holland di non dire niente a nessuno.

abboccare all’amo.

Tutti sanno che non c’è come il chiedere riservatezza per spingere un presuntuoso a spifferare tutto. Figurarsi davanti a diverse birre in uno degli alberghi più belli della città, dove, finito il lavoro, si incontrano gli allenatori. In men che non si dica, tutti sapevano tutto. Il giorno successivo, dal suo rifugio di osservazione, Harry Gallagher poteva gustare il risultato della sua strategia. Franck Guthrie stava chiedendo a Lorraine Crapp di spingere come non mai una serie estenuante per i quattrocento. Quando ebbe finito l’avversaria di Dawn riusciva a malapena a strisciare fuori dalla piscina.

piano diabolico

Il piano di Harry era semplice e diabolico. Più Lorraine si fosse allenata sulla lunga distanza, minori sarebbero state le sue possibilità di battere Dawn nello sprint. Nessuna donna, infatti, aveva mai vinto i cento e i quattrocento nelle stesse Olimpiadi. La commedia di Harry non era finita. Continui suggerimenti a Holland riguardavano la finta condizione di Dawn. Ad un certo punto confidò con trepidazione che la sua pupilla stava per infrangere il muro dei cinque minuti. La settimana dopo Franck Guthrie faceva cronometrare ufficialmente Lorraine sulla distanza. Era chiaro che cercava il record del mondo.

bugie

Le bugie funzionavano. Dawn non aveva nuotato neanche un quattrocento tirato negli ultimi mesi. Nei cinquanta e nei cento, invece, i suoi tempi erano diventati davvero folgoranti. Molto meglio di quelli di Lorraine.

progressi

In collegiale il tempo scorreva veloce. Ogni settimana la squadra nuotava sempre più forte. Murray Rose e il suo compagno di squadra Jhon Devitt , della compagine di Sam Herford, erano in una condizione mai vista. Dawn Fraser e Jon Henricks erano in vantaggio sui record olimpici e Lorraine Crapp aveva battuto il record mondiale dei quattrocento. Gli allenatori, però, non smisero il loro gioco al gatto col topo. Harry cronometrava tutto dal suo rifugio segreto. Gli altri sparavano fumo e millanterie per giocare di sorpresa. Il tentativo di irritarsi a vicenda, però, stava portando gli atleti a livelli che non si erano mai visti.

intrusi

Ad un certo punto sbucarono i media. Giornalisti provenienti da ogni parte del mondo spuntavano nelle sessioni di allenamento con le domande più assurde. I cameraman della TV intralciavano il passo persino agli atleti. Le radio volevano in continuazione notizie calde. Partì il gioco delle bufale e delle esagerazioni. Tutti volevano sapere delle storie d’amore di Jon Henricks, delle spalle di Murray Garretty e degli attacchi d’asma di Dawn Fraser. “Era vero che Murray Rose viveva esclusivamente di alghe? Franck Guthrie portava davvero uva fresca ogni giorno a Lorraine Crapp? Cosa c’era dietro all’avvistamento di Harry Gallagher sulla spiaggia con una donna bellissima? La pressione saliva continuamente. Si capiva che i giochi erano alle porte.

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