Il grido di dolore dei gestori di piscine. Lettera aperta al presidente Draghi

L’ennesimo grido di dolore del settore. Quello più preoccupato per l’aggravarsi di una situazione che era già tragica. Una comunicazione tanto semplice quanto completa per dare notizia dello stato in cui sta vertendo il settore della gestione degli impianti natatori.
Il Coordinamento Associazione Gestori Impianti Natatori, costituito da AGISI (Presidente Giorgio Lamberti), Assonuoto (Presidente Alessandro Valentini), Insieme si Vince (Delegato Andrea Biondi), Piscine del Piemonte (Delegato Luca Albonico), Piscine Emilia Romagna (Coordinatori Luca Bosi e Roberto Veroni), SIGIS (Presidente Sergio Tosi) e coordinato da Marco Sublimi si rivolge alle istituzioni e poi alla stampa.
Un anno e mezzo senza le attenzioni che il settore meritava. Un settore che in realtà offre qualcosa di più che il semplice nuotare.
Partendo proprio dall’articolo 32 della Costituzione Italiana “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti” il coordinamento ha evidenziato in primis alcune necessità:

A. che si riconosca il ruolo di centri della salute alle piscine e che queste continuino a rimanere aperte anche al variare della situazione epidemiologica;

B. che si risponda con la massima urgenza alle istanze di questa nota per evitare danni irreparabili al settore.

Il documento ha poi elencato quattro istanze fondamentali:

  1. Ristori: Le piscine ad acqua calda sono state trattate come qualsiasi altra attività. Solo alcune regioni hanno restituito al settore natatorio le attenzioni che meritavano. Prima su tutte  la Sardegna, con il grande impegno del Presidente FIN Regionale Danilo Russu, che ha portato alle società sarde 3,15 milioni di euro. Analogamente l’Emilia Romagna con un contributo di 1.5 milioni di euro per gli impianti natatori e poi il Molise, anche grazie all’impegno del consigliere FIN, delegata per il Molise, Amelia Mascioli. Nulla di più.
  2. Infrastrutture: Il tema dell’Ecobonus 110% per gli impianti sportivi è stato abbandonato, eliminando un’opportunità di tutela di patrimonio pubblico di oltre 77.000 impianti pubblici di competenza di 7904 Sindaci.
  3. Costi dell’energia: il rincaro della materia prima sta diventando un problema insormontabile, nonostante non sia ancora stato calcolato il consumo del mese di novembre 2021, ovviamente più freddo di ottobre. Un problema che si somma alle problematiche di questi 19 mesi.
  4. Un settore emarginato: bonus per qualsiasi cosa, monopattini, televisori, terme.  Nulla per lo sport, che rappresenta qualcosa di unico, uno strumento per la salute pubblica, fisica e mentale, per l’educazione e la formazione di giovani.

QUI per leggere la lettera aperta completa in formato integrale

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