Melbourne 56. Si comincia.

Nel gruppo di nuotatori di Harry Gallagher, l’arrivo a Melbourne portò  l’eccitazione  al limite dell’apprensione. Dawn Fraser e gli altri finirono subito al villaggio olimpico, mentre Harry si sistemò a casa di Ken Rainsbury, un fotografo reporter freelance, che stava a Richmond, a pochi passi dai luoghi dove si sarebbero svolte le gare. Melbourne era come un gran fiore che con l’avvicinarsi dei Giochi, s’apriva ogni giorno di più. Di notte gli edifici erano inondati di luce. La città era in fibrillazione. Ovunque s’aggiravano cameramen e giornalisti in cerca di notizie. Difficile per Harry, che doveva aspettare da solo, trovare un angolo di pace.

prova costume

Questo coso mi fa sembrare un morto! Così non ho più tette! Sembro un ragazzo! Alla prova costumi Dawn Fraser andò sù di giri. “Solo per una volta, Dawn”. Chiese Harry con tutta la pazienza di cui disponeva. “La smetti e fai per una volta quello che ti chiedo?”No, dannazione, no!. Porto la trentadue. Cos’è questa, una ventotto?” sbottò Dawn. “Metterai quel costume anche se io e Jon te lo lo dovessimo infilare a forza“. Disse Harry che sentiva la sua pazienza andare via. “Vi piacerebbe, vero? Siete solo due pervertiti!” Questa volta fu Jon ad alzare la voce. Così Dawn prese quel costume dannatamente sottile e scomparve.

Speedo

Quando saltò fuori, con indosso il suo Speedo, Dawn sembrava davvero un ragazzo. Il tessuto tirava. La fibra aderiva perfettamente alla sua pelle. Stava benissimo. Il fatto era che tutti s’erano abituati a vederla dentro costumi inadatti: spalline larghe, colori morti e soprattutto forme cadenti sul sedere. Questa volta, invece, era perfetta. Ma Dawn, non voleva affatto smetterla con la sua recita. “È troppo stretto. Non riesco a respirare. Mi sta arrivando un attacco d’asma e non riesco a muovere le spalle!. Ho bisogno di una sigaretta! Datemi una birra”. Fu ancora Jon a chiudere la questione con un urlaccio.

un’amica

Finita la disputa sui costumi, Harry portò via Dawn e Jon e li fece salire in macchina. Era sera. Pioveva. “Vi porto a conoscere un amica“. Disse loro mentre prendevano posto. La macchina raggiunse le piscine. Era tardi e i riflettori sparavano la loro luce sull’acqua, riflettendo un azzurro che sapeva d’immenso. “Ecco la vostra nuova amica” disse loro indicando quel blu che splendeva là sotto. “Una volta eravate nemici. Da anni avete allacciato le cinture e vi siete gettati contro. Avete combattuto le onde, il freddo, il vento, il sole, gli occhi irritati, le spalle doloranti e il mal di testa. Avete strisciato fuori stanchi e tremanti. Siete usciti, prosciugati di ogni energia e doloranti. Avete avuto la pelle secca e l’acqua che scorreva giù, dai seni e dagli occhi”.

vantaggio

“È stata una battaglia. L’avete combattuta fino in fondo. Ma ora è finita. Avete tenuto duro. Avete vinto. Ora avete scaricato e vi siete ripresi. Siete freschi, rasati e riposati. Avete messaggi per rilassarvi e vi ho sbarazzato di quelle zavorre che chiamavate “costumi da bagno”. Quelli nuovi elimineranno gran parte della resistenza. Quindi vedete, ora l’acqua è vostra amica. I vostri avversari verranno qui domani, considerandola nemica. La combatteranno. Voi no. Questo sarà il vostro vantaggio”. 

la ricetta di Cotton

Dalle tasche, poi, Harry tirò fuori due piccoli vasetti di Vegemite, la famosa crema di estratti della Kraft, pieni di “Gallagher’s go fast“.  Si trattava di un intruglio di miele e vitamine, una ricetta del dottor Cotton, che Harry faceva per loro. Un insieme di scienza alla Frank Cotton e di filosofia spicciola alla Mr G.  che faceva da motivazione. Poi abbracciò i suoi ragazzi, e insieme restarono a fissare l’oscurità. “Abbiamo passato un sacco di cose insieme. Tempi belli, e tempi brutti … ma quando avevamo davvero bisogno l’uno dell’altro, eravamo sempre lì ad aiutarci”. Harry disse queste cose con una sfumatura di tristezza e Dawn, rimasta senza parole, aveva le lacrime pronte a cadere. In poche ore sarebbe tutto finito. Harry disse anche che tutto si sarebbe deciso in pochi centimetri. Anni di lavoro e di preoccupazioni sarebbero andati in malora, o avrebbero ricevuto la giusta ricompensa?

presagi

I tre rimasero seduti vicini l’uno all’altro ancora per un pezzo. Nessuno osava parlare. Alla fine riprese  il coach: “Domani farete la storia! Quello che farete non potrà più essere ripetuto. Mai ci sono stati due nuotatori dello stesso club, con lo stesso allenatore, che abbiano  vinto la gara di sprint dell’Olimpiade a tempo di record mondiale!. Di voi si parlerà ancora tra cent’anni. Siete i velocisti più forti che l’Australia abbia mai avuto e domani lo dimostrerete facendo qualcosa che nessun altro ha mai fatto.”

vincerete!

“Vincerete conducendo la gara dal colpo di pistola all’oro“. Dawn allora si avvicinò e baciò Harry sulla guancia. Jon  invece lo abbracciò. Nessuno parlava più. Mentre stavano per uscire, Dawn si chinò sulla piscina, fece scorrere la mano nell’acqua e disse piano: “Hai ragione Coach. L’acqua sembra amichevole. Calda e amichevole e molto, molto veloce”. Un immaginario tappeto rosso si posava per consentire ai tre re di attraversare l’atrio. La pioggia era cessata. Una gigantesca figura in ceramica di Arthur Boyd a guardia dell’ingresso della piscina, un pesce che si trasformava in uccello e poi in uomo, sembrava il presagio di un cambiamento che stava per entrare nelle loro vite.

 

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