“Sassolini”

Tanta roba il monologo di Federica Pellegrini Le Iene. 

In poco più di due minuti e mezzo l’azzurra ricorda senza mezzi termini che il sessismo, o se preferite il patriarcato, è una piaga che affligge anche (soprattutto?) lo sport in generale e il nuoto in particolare.

Di fronte alle telecamere di Italia Uno Pellegrini dimostra di saper digerire i torti senza dimenticarli: stomaco di ferro e memoria da elefante sono evidentemente due caratteristiche indispensabili per una campionissima. Se avete visto Michael Jordan in the Last Dance capite di cosa parlo.

La voce che nei passaggi più toccanti si spezza non lascia dubbi: le accuse di doping, le battute da caserma hanno lasciato segni indelebili e imperdonabili. Quelli che Federica si toglie dalle scarpe non sono sassolini, ma macigni. Speriamo che i tonfi servano a svegliare un ambiente che su certi temi è pericolosamente distratto: le donne sono più della metà dei tesserati ma meno di un terzo dei tecnici e un quinto dei dirigenti, e il rischio di ritrovarsi in un ambiente poco inclusivo o apertamente tossico resta alto, come ha ricordato qualche mese fa l’australiana Madeline Groves con la sua clamorosa rinuncia ai Giochi di Tokyo.

Negli ultimi anni molte campionesse sportive hanno preso coscienza della propria visibilità e hanno deciso di utilizzarla per portare avanti battaglie di civiltà sulla parità di genere, l’inclusione, l’uguaglianza salariale, la lotta contro le molestie e il bullismo. Da Serena Williams Simone Biles, da Megan Rapinoe Naomi Osaka.

In Italia una figura del genere mancava, ora forse l’abbiamo trovata. Federica Pellegrini è stata un patrimonio sportivo, potrebbe diventare un tesoro civile se riuscirà a non farsi imprigionare dagli stereotipi nei quali i nostri media cercano di ingabbiare qualsiasi donna pensante.

Di certo chi in questi anni le ha fatto un torto da oggi dormirà meno tranquillo.

 

NOTIZIE CORRELATE

 

Matteo Rivolta: "È una scelta coraggiosa, dolorosa ma necessaria, nel rispetto mio e di chi con me ha lavorato, sofferto, sognato."

Matteo Rivolta: “È una scelta coraggiosa...

Essere atleta è sicuramente difficile: l'allenamento, la prestazione, accettare la sconfitta e in caso di vittoria il peso di doversi ...

NEWSLETTER

Lasciaci i tuoi contatti e rimani aggiornato sulle nostre iniziative