1833: correva l’anno

Fu nel 1833 che si da notizia di gare di nuoto ufficiali in Germania. Dietro l’organizzazione di quelle gare, che naturalmente si nuotavano nello stile tradizionale sul petto, c’era la sollecitazione e il lavoro di Johann Guts Muths, uno dei capiscuola dell’educazione fisica europea. Suo maggior merito fu di aver pensato e raccontato con precisione e chiarezza, un’educazione fisica borghese con obiettivi chiari e metodi definiti.

Guts Muths

Johann Christoph Friedrich Guts Muths era nato a Quedlinburg, cittadina della Sassonia, il 9 agosto del 1759. Sarebbe morto a Ibenhain in Turingia, nel 1839. Una vita spesa nell’ambito della sua Germania, allora Regno di Prussia. Fu soprattutto insegnate. Pedagogo di formazione, s’inventò la ginnastica moderna, quella che sarebbe rimasta come “ginnastica educativa”. Come tutti i padri dell’educazione fisica, era un uomo colto. All’università aveva studiato teologia, aveva affrontato la fisica, la matematica, la filosofia e la storia. Inoltre parlava  tedesco, francese, italiano e inglese. Diventò un famoso insegnante nell’istituto di Schnepfenthal.

Ginnastica

Nella sua scuola dirigeva la ginnastica dal 1786. Ebbe la buona idea che non fosse necessario inventarsi chissà quali esercizi originali, ma di usare quello che c’era, soprattutto quello che era stato represso da un mondo che aveva voluto dimenticare il passato. Il tutto per farci dei giovani in gamba. Gente con “la testa sulle spalle“. Tra l’altro aveva una spiccata predilezione per l’attività all’aperto.

metodo

Il suo metodo di lavoro era combinare gli esercizi ginnastici con escursioni, giardinaggio e artigianato, in un programma che aveva un piano di crescita e quindi un idea di miglioramento intrinseco.

esercizi

Il suo far fare era semplice, ma aveva del senso. Le sue richieste erano precise: camminare a ritmo, saltare in alto, lanciare dopo aver mirato, volteggiare… ma anche camminare nei boschi, portar pesi con le braccia, giocare a palla, fare il bagno in estate, saltare un fossato, camminare sui bordi del tavolo, pattinare sul ghiaccio, scendere con lo slittino, sciare… Impallidisco se penso a questa ricchezza rispetto alla scarsezza di certe lezioni di educazione fisica dei nostri studenti medi.

nuoto

Naturalmente a uno così piaceva anche il nuoto. Nel 1798 aveva curato la pubblicazione di un volumetto di autoistruzione intitolato “Kleines Lehrbuch der Schwimmkunste”, edito a Berlino che ebbe un grande successo. Il testo, che si ispirava all’opera del canonico italiano, Oronzio De Bernardi, il famoso “Uomo galleggiante”, prevedeva un percorso d’apprendimento basato su tre tappe. La prima era l’esperienza del bagno. La seconda l’apprendimento a secco. La terza era la pratica di quanto appreso a secco, fino alla sua esecuzione completa in acqua.

proselitismo

Uno così certamente non si accontentava di spiegare. Voleva che il nuoto si facesse e colse ogni occasione per farlo. Per questo organizzò campagne di proselitismo per diffondere l’insegnamento di base e gare di nuoto, perché i giovani fossero motivati a coltivarlo. Sarebbe bene non dimenticare che questa strada è sempre la miglior cosa, anche per noi.

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