Caso Agnel, la vittima porta i segni dell’accaduto. La legale: “Mai nessun consenso”

Una storia che è destinata a non trovare pace, quantomeno fino alla conclusione della vicenda giudiziaria. Ogni giorno emerge un dettaglio, più o meno rilevante: l’unica certezza pare essere la sussistenza dei fatti.

Altra fastidiosa conseguenza sono le polemiche emerse da parte associazioni del territorio, che mettono in dubbio la sicurezza di contesti come quelli di un club sportivo. Una nuova tegola che il settore intero non si merita.

Secondo quanto riportato da Le Figaro, la difesa della vittima (avvocata Isabelle Rollet) avrebbe evidenziato come la ragazzina, oggi ventunenne, faccia ancora fatica a mettersi in costume da bagno. Il danno morale sarebbe enorme. Nel 2016 la vittima aveva poco più di tredici anni. L’avvocata Rollet avrebbe rilasciato queste dichiarazioni a L’Equipe:

Sono sicura che non c’è mai stato alcun consenso. Era una bambina a livello di stato civile, ma era anche una bambina nel suo corpo. Era super magra, non aveva consapevolezza della sua sessualità e di cosa fosse la vita di una donna.

Le Figaro racconta anche che l’unità investigativa di Radio France avrebbe ricostruito la storia dei fatti. Un primo bacio a Capodanno 2016, incontri più assidui ed importanti iniziati nel Febbraio 2016 in Thailandia, nella stanza di Agnel, quando il Club Mulhouse Olympic Natation era in ritiro. Pare che la frequentazione sarebbe durata addirittura fino a fine 2016. Sembra che compagni di squadra fossero più o meno tutti a conoscenza della situazione.

Diverso è per i genitori della ragazzina, peraltro coinvolti nella dirigenza e nel management del club. Dalle dichiarazioni rilasciate in occasione dell’udienza del 15 luglio, i genitori avrebbero appreso della notizia solamente due settimane prima della denuncia (2 luglio 2021).

Diversa e contrastante la posizione della famiglia di Agnel ed i suoi sostenitori, secondo cui è impossibile che i genitori della ragazzina non fossero a conoscenza dei fatti. A rinforzo di questa tesi sarebbe proprio la frase di Franck Horter: “lui (Agnel) farebbe meglio ad accettare una conciliazione, perché abbiamo un fascicolo su di lui e mia nipote”.

Convinzioni che graverebbero ulteriormente sullo stato psicologico ed emotivo della ragazza, secondo la sua difesa. Il pubblico ministero di Mulhouse avrebbe dichiarato a Radio France che al momento non esistono prove sul fatto che i genitori fossero a conoscenza della relazione.

Yannick Agnel ha riconosciuto la materialità dei fatti, pur precisando che non aveva la sensazione che ci fosse costrizione. Oggi la ormai ventunenne, affetta da anoressia e depressione ancor prima di decidere di sporgere denuncia, ha lasciato il paese e ha deciso di smettere di nuotare, precludendosi un futuro da atleta.

Foto © Giorgio Scala DBM

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