PSWS, le voci dei protagonisti: Fantin, Fornasiero, Vernole. Il DT: “Approccio inclusivo per il successo nel lungo periodo”

Nell’ultima giornata delle Para Swimming World Series di Lignano Sabbiadoro abbiamo avuto l’occasione di avvicinare alcuni protagonisti, con ruoli diversi, dell’evento.

Iniziamo con Antonio Fantin, forse l’atleta più atteso, che abbiamo incontrato dopo la gara che ha regalato le maggiori soddisfazioni ai colori azzurri: i 400 stile libero, nei quali l’atleta di casa ha conquistato l’oro davanti ai compagni di squadra Federico Bicelli Simone Barlaam.

Complimenti Antonio, una medaglia d’oro forse meno attesa rispetto alle altre prove nelle quali eri iscritto…

Per me i 400 sono una gara speciale, nella quale ho ottenuto il mio primo successo internazionale a Città del Messico nel 2017 e dove ho sempre primeggiato con la sola battuta d’arresto di Tokyo, dove mi sono rifatto con la velocità. Questo oro mi dà nuovi stimoli per allenarmi e cercare di migliorare ancora, sia in questa sia nelle altre specialità. 

Il DT Riccardo Vernole ci raccontava che l’unica occasione nella quale ti ha visto davvero arrabbiato è stata proprio l’argento nei 400 di Tokyo. Nonostante dopo le Paralimpiadi tutti ti aspettino al varco nelle distanze più brevi possiamo quindi considerare questa la tua gara del cuore?

Esatto, nei 100 stile libero lo scorso anno ho realizzato un’incredibile progressione, segnando diversi record del mondo e vincendo l’oro a Tokyo, ma i 400 sono la gara che ha segnato tutta la mia storia di nuotatore e ogni volta che scendo in acqua è una sfida non solo contro gli avversari ma contro me stesso.

Ormai sei un atleta maturo: pensi di continuare comunque a nuotare un ventaglio ampio di gare o ti concentrerai maggiormente su pochi eventi specifici?

Spero di riuscire a esprimermi ad alto livello in molte specialità diverse il più a lungo possibile, anche se ultimamente mi sto concentrando maggiormente su tutte le distanze dello stile libero. A Parigi non ci saranno i 50 quindi inevitabilmente i prossimi due anni saranno dedicati a 100 e 400.

La domanda è di una banalità sconcertante ma non posso non fartela: che effetto fa gareggiare a questi livelli nella piscina di casa?

Gareggiare qui è sempre una grandissima emozione: qui sono cresciuto, ci nuoto dal 2006, vedere riunito qui il meglio del nuoto paralimpico mondiale mi riempie di gioia e di orgoglio e, naturalmente, mi fornisce degli ulteriori stimoli a fare del mio meglio.

Fantin Bicelli Barlaam
Photo: Pietro Rizzato © 2022
www.pietrorizzato.com

Incontriamo poi la tecnica nazionale Federica Fornasiero, in questi giorni totalmente assorbita dall’organizzazione dell’evento, in una delle sue rare sortite sul piano vasca.

Prima manifestazione “normale” dopo due anni di pandemia. Tanto Brasile, campioni affermati e nuovi talenti: che indicazioni ne hai ricavato?

Innanzi tutto viva il Brasile, che ha onorato la manifestazione con la delegazione straniera più numerosa, schierando la nazionale maggiore e ottenendo prestazioni di assoluto rilievo: tre record del mondo e una pioggia di primati continentali. Una prima indicazione è relativa al sempre crescente numero di atleti giovani, molti dei quali già in grado di inserirsi ai vertici delle classifiche assolute. Ciò significa che il sistema di reclutamento anche delle disabilità non innate funziona sta diventando sempre più efficace. Oltre alla giovane età si osserva anche un’eccellente condizione fisica che si traduce in performance di altissimo livello.
Analizzando i risultati si riscontrano oltre venti prestazioni sopra la soglia dei 1000 punti, davvero difficili da raggiungere anche alla luce delle nuove tabelle in vigore dal 2022, molte delle quali nelle categorie S1-S3, quelle riservate alle disabilità più gravi. È importante lavorare su di esse per riuscire a inserire le relative gare in ogni contesto nazionale e internazionale. Ricordo che il nostro Francesco Bettella appartiene proprio a queste categorie.

Alla luce di questo progressivo livellamento verso l’alto, pensi che nel prossimo futuro ci sarà ancora spazio ad alto livello per atlete e atleti che non abbiano alle spalle una storia natatoria di lungo periodo?

Io vedo ancora molto spazio, specialmente nel settore femminile, anche in considerazione del fatto che questi atleti ricevono una preparazione estremamente individualizzata, che consente di bruciare le tappe e recuperare gap tecnici e metabolici anche significativi.
Un fenomeno che è a mio avviso destinato a diventare sempre più raro è l’estrema polivalenza degli atleti di altissimo livello. Oggi abbiamo nuotatori che riescono ad essere competitivi a livello internazionale in sette-otto gare differenti, domani sarà improbabile vedere un atleta che primeggia contemporaneamente nei 50 e nei 400. Io credo si vada verso una specializzazione sempre più marcata, anche in questo caso liberando spazi e opportunità.

Tutti i partecipanti hanno lodato l’organizzazione e il clima estremamente gradevole di questa manifestazione. Cosa ti è piaciuto e cosa pensi di migliorare ulteriormente in vista dell’edizione 2022?

Mi piacerebbe che le World Series diventassero un laboratorio attraverso il quale valutare eventuali cambiamenti del programma gare: attualmente alcuni eventi sono disponibili solo per determinate classi di atleti. Noi non siamo convinti che questa sia la soluzione migliore, ma per dimostrare il contrario abbiamo bisogno di numeri. Per questo vorremmo proporre di ampliare il programma delle World Series, offrendo maggiori opportunità ai nuotatori, arricchire il ranking e raccogliere una grande quantità di dati e informazioni. Mi piacerebbe anche sviluppare maggiormente lo spazio dedicato alle categorie giovanili.

 

COL Lignano
Federica Fornasiero (prima da sinistra) e il Comitato organizzatore locale
Photo: Pietro Rizzato © 2022
www.pietrorizzato.com

 

Chiudiamo doverosamente con il Direttore tecnico Riccardo Vernole e il suo bilancio tecnico dell’evento.

Qual è il tuo bilancio di questa manifestazione? Come hai visto la squadra azzurra e come gli stranieri?

Emerge naturalmente l’enorme forza del Brasile, una squadra giovane in uno stato di forma già molto avanzato. È un team che seguo con attenzione e mi aspettavo arrivassero con una compagine competitiva, ma sono onestamente andati oltre le aspettative.

I nostri atleti possono essere suddivisi in tre gruppi: un gruppo di punte in ottimo stato di preparazione e che fanno benissimo sperare in ottica mondiale, penso a Stefano Raimondi, Bicelli, Simone Barlaam, Francesco Bocciardo, Antonio Fantin, Xenia Francesca Palazzo, Giulia Terzi; il gruppo più consistente in condizioni di forma intermedia, compatibile con questo periodo della preparazione; alcuni che mi sono parsi francamente un po’ indietro e che avranno a disposizione un’ulteriore test a Busto Arsizio il prossimo 10 aprile, dopo di che tirerò le somme, perché se è vero che abbiamo deciso di garantire la qualificazione a chi ha chiuso il 2021 nelle prime cinque posizioni del ranking mondiale è altrettanto vero che un evento come quello di Madeira va onorato e preparato adeguatamente.

Sono contento dei giovani, sia nell’ottica della partecipazione agli Euro Youth Para Games che si svolgeranno a Pajulahti, in Finlandia, dal 27 giugno al 4 luglio prossimi sia del futuro inserimento nella nazionale maggiore. È un gruppo sul quale lavoreremo anche attraverso una serie di allenamenti collegiali nelle prossime settimane.

Non posso infine non rivolgere sinceri complimenti al Comitato organizzatore locale che, coadiuvato da personale tecnico della FINP centrale, ha dato vita a un evento perfettamente strutturato e gestito per il quale ho ricevuto i complimenti di tutte le delegazioni straniere. È chiaramente un evento che sta crescendo e per il quale sarà probabilmente opportuno passare a una formula su quattro giornate di gara, per rispetto degli atleti e per innalzare ulteriormente il livello tecnico.

Parliamo di pianificazione: questo progressivo livellamento verso l’alto delle prestazioni quanto spazio lascia ad atleti polivalenti in grado di primeggiare in differenti distanze e specialità e quanto invece bisogna orientarsi verso una crescente specializzazione?

Quella verso la maggiore specializzazione e una tendenza che si rafforza di quadriennio in quadriennio. Vedremo sempre meno atleti multimedagliati, e per fortuna mi viene da dire, perché assisteremo a prestazioni sempre più eclatanti. L’esempio che mi viene in mente è il nostro Francesco Bocciardo, che nuota degli ottimi 50 e 100 ma nell’ottica della costruzione dei 200, che per le sue caratteristiche tecniche fisiologiche e funzionali sono certamente la sua gara obiettivo.

E all’obiettivo di una sempre maggiore specializzazione sarà improntata la programmazione delle nostre attività future: ad esempio, nel 2023 abbiamo già in programma un allenamento collegiale dedicato ai velocisti proprio insieme alla nazionale brasiliana.

Un progetto che va verso la creazione di programmi di allenamento totalmente personalizzati, direi sartoriali, su misura per ciascun atleta. Una prospettiva estremamente stimolante anche da un punto di vista tecnico e di grande fascino per allenatori anche provenienti dall’esterno dell’ambiente paralimpico: osservare un atleta con disabilità fornisce eccellenti spunti di lavoro per tutti gli atleti. Un approccio inclusivo del quale non possono che beneficiare tutti e che rappresenta la chiave per garantire il successo del nostro movimento nel lungo periodo.


Il DT Riccardo Vernole impegnato nelle premiazioni
Photo: Pietro Rizzato © 2022
www.pietrorizzato.com

Ph. Pietro Rizzato © 2022
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