La FINA sospende Paolo Barelli per due anni. “Sentenza assurda, ricorrerò e vincerò”

La scure della FINA si abbatte sul vertice del nuoto italiano: dopo la sospensione provvisoria dello scorso settembre, il presidente Paolo Barelli è stato squalificato per due anni dall’ethic panel della FINA a causa di quelle che l’ente internazionale definisce “ripetute violazioni dello statuto e del codice etico”:

  • la sottoscrizione unilaterale di un addendum ad un contratto tra Lega europea di nuoto e FIN, che avrebbe avvantaggiato quest’ultima per un importo compreso tra 500.000 e 1.500.000 euro
  •  la richiesta di rimborso spese per complessivi 495.587,22 euro da parte della FIN al CONI, nonostante queste fossero già state pagate dal Ministero dell’economia e delle finanze italiano, vicenda per la quale Barelli era stato assolto in sede penale ma successivamente condannato dalla Corte dei conti per aver cagionato un danno alle finanze pubbliche

Il massimo dirigente azzurro naturalmente non ci sta e sul sito istituzionale annuncia l’immediato ricorso:

Ricorrerò alla Corte Arbitrale dello Sport e vincerò perché mi oppongo ad una sentenza ovviamente non definitiva, priva di fondamento, assurda, infamante e con evidenti ripercussioni sulla mia attività negli ambiti sportivo e politico e di conseguenza sull’intero movimento. Nego ogni addebito.

Tutto nasce dalle accuse mosse dal CONI alla Federazione Italiana Nuoto, di cui sono presidente, nel gennaio 2014 con oggetto i rimborsi per lavori agli impianti natatori del Foro Italico. I procedimenti attivati dal CONI in sede penale sono stati pienamente e definitivamente archiviati nel 2016 perché non sono stati ravvisati reati e perché, come scritto dal giudice, é stata svolta una corretta attività amministrativa da parte della Federazione.

Dopo l’ulteriore esposto alla Corte dei Conti da parte di CONI Servizi, la medesima Corte ha proceduto all’archiviazione in primo grado a cui è seguito un ulteriore ricorso che ha prodotto una sentenza in appello che imputa a entrambe le parti il pagamento all’erario di spettanze, sia a carico della Federazione Italiana Nuoto per tramite del suo presidente, sia della CONI Servizi. Ritenuta inappropriata la decisione in appello, è stata presentata fin dal mese di agosto la richiesta di revocazione alla medesima Corte che ha già portato il 18 ottobre scorso alla sospensione della sentenza di secondo grado, privandone gli effetti.

In relazione al contratto e alla successiva integrazione (addendum) sottoscritto dalla LEN e dalla Federazione Italiana Nuoto per l’organizzazione dei campionati europei in un periodo di pandemia, il neo presidente della Lega Europea di Nuoto Antonio José Silva ha riconosciuto la piena validità dell’accordo, pertanto non vi è alcun motivo di conflitto tra le parti. Peraltro il presidente Silva ci ha inviato una nota formale con cui si congratula per l’eccellente organizzazione dell’evento da parte della Federazione Italiana Nuoto.

L’Ethics Panel, che non ha l’indipendenza di un tribunale, sembra non avere neanche conoscenza degli argomenti su cui si è espresso. A questo punto mi aspetto che anche il CONI – evidente parte in causa di questa vicenda – si schieri chiaramente a difesa di un dirigente e una Federazione che hanno portato risultati di gestione e sportivi a tutti noti e che stanno subendo un chiaro ed inaccettabile attacco.

Chiedo agli organismi preposti di assicurare la piena autonomia della Federazione Italiana Nuoto mentre il CAS (e tutti gli altri organismi a cui mi rivolgerò) esaminerà il mio ricorso e cancellerà certamente questa assurda decisione della Federazione Mondiale che si basa su denunce millantate che perseguono chiari scopi politici e personali

COMUNICATO UFFICIALE FINA

COMUNICATO UFFICIALE FEDERNUOTO

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