Sì, viaggiare

Ieri non è successo niente, e allora vi parlo di fotografi. O meglio, di questo fotografo.

Ah, mi dicono che in realtà è successo parecchio: Thomas Ceccon è campione del mondo. Dalla sua reazione, non l’avrei mai detto. Ma del resto, stiamo cominciando a conoscerci e per Parigi 24 saprò cosa aspettarmi.

Tra l’altro, cosa che non sapevo, ha un fratello gemello che fa la staffetta durante la quale, si agita, sbraccia, esulta, gioisce! Certo, avessi anch’io un Paolo Conte Bonin in squadra, farei degli zompi di entusiasmo notevoli.

Io invece ho in squadra tre colleghi un po’ più posati, tipo Gregorio Paltrinieri. Federica riceve, cataloga, edita e mi chiede quello che non ho mandato, Andrea tiene d’occhio i risultati e richiede i vincitori e Rita distribuisce il materiale e se la vede con i clienti. Tutto questo da Roma. Li avrei preferiti qui, ma è impossibile, viste le difficoltà di questa trasferta. Ogni sera (mia) finiamo verso l’una di notte (mia), che per voi sono le tre del pomeriggio. Tutto ok. Ma Fede inizia le batterie alle mie undici di matitna, che per lei è l’una di notte. Forza Fede, mancano solo due giorni. Ricordati che i 50 rana li prendo dall’alto: le partenze più belle, più statuarie.

Avevo iniziato scrivendo su come affrontare una trasferta in terre lontane. Vi do un paio di dritte, poi magari ve la racconto meglio.

La prima è: Dove state andando? Con questo intendo uno studio accurato del posto nel quale arriverete. Lingua, storia, usanze, dov’è il bagno e il più vicino rivenditore di birra.

In realtà, una volta sul posto, si cercano: la farmacia, il supermercato, la fonte di cibo più vicina che rimane aperta ad ore improbabili.

Se state andando in Cina e siete taglia abbondante, portatevi tutto l’abbigliamento necessario, perché la loro 5XL vi andrà stretta. Se invece andate nel paese del bengodi, gli USA, allora partite pure nudi: troverete tutto. A meno di non essere una taglia S e allora siete fregati (e in mutande).

La vostra destinazione è un paese in via di sviluppo? Portatevi la tecnologia. Con un paio di batterie da camion riuscirete a tenere carico il cellulare anche nella giungla.

In tutto ciò, ricordatevi che le simpatiche compagnie aeree vi consentono 20-23 kg di bagaglio imbarcato e 7-8 kg in quello a mano. Noi fotografi le freghiamo con i gilet multitasche, che reggono fino a tre tonnellate di carico, le quali però gravano poi sulle nostre spalle.

Qualche volta capita di partire per viaggi molto lunghi o che ci sia la necessità di portare tanta attrezzatura: scegliete il volo più diretto che c’è, così il bagaglio con l’attrezzatura non rimarrà bloccato nello scalo di Rawalpindi, per esservi poi recapitato il giorno dopo la fine della manifestazione.

Un trolley rigido per l’attrezzatura, uno ibrido (un lato rigido, il resto deformabile) per il resto, poi un trolley a mano per l’attrezzatura da imbarcare e lo zainetto per il libro, la carta igienica, il cuscinetto per il collo, la mantellina impermeabile da stadio e altri articoli personali.

È chiaro che la terza mano per il terzo trolley ve la fate impiantare con adeguato anticipo, per prevenire il rischio rigetto.

Dentro ai due bagagli imbarcati ci saranno un secondo zainetto e un paio di sacchetti di tela di quelli per scarpe, tipico gadget da due soldi (quello di Nuoto•com è invece fichissimo e bello pesante).

E a questo punto siamo a mezza tonnellata di bagaglio.

Il resto, ve lo dico dopo.

ARTICOLI CORRELATI

13° Meeting Squalo Blu

Serravalle (RSM)
26-04-24
Sara Curtis: "Sorridere è una buona medicina. Mi fido di Thomas, ma soprattutto lui si fida di me."

Sara Curtis: “Sorridere è una buona medi...

Il sorriso è il suo biglietto da visita. Per Sara Curtis si tratta di una stagione che sta evolvendo in ...

NEWSLETTER

Lasciaci i tuoi contatti e rimani aggiornato sulle nostre iniziative