Inghilterra: 1873, un festival del nuoto all’aria aperta

1900- “Umbrella Race”.

 

La cosa che il nuoto fa molto bene alla salute è vecchia come il Cucco. La pratica salutistica ha sempre dato una spinta al nuoto, un po’ in tutte le parti del mondo e in ogni epoca. A Londra, nel 1873, le pressanti proposte in questo senso di medici, fisiologi e naturalisti, fecero pensare fosse il momento di fare un grande festival natatorio all’aperto che fosse in grado di dirlo a tutti.

London Swimming club

Ad organizzare l’evento ci pensò il London Swimming Club (LSC), una delle più antiche società inglesi, nata nel 1859, in piena età dell’oro del regno della regina Vittoria. La compagnia aveva lo scopo di promuovere il nuoto come “passatempo nobile, salutare e piacevole”, identificandolo con una delle più importanti abilità salvavita. Per questo offriva  con regolarità lezioni di nuoto gratuite ai bambini dei bagni della città. Il fondatore fu lo stesso Ernst Ravenstein, emigrato a Londra da Francoforte, che qualche anno prima aveva patrocinato la nascita della Metropolitan Swimming Association

festival natatorio

La manifestazione messa in piedi fu imponente. Accanto ad una prova indumentaria sulle 100 yard, si fecero esibizioni di salvamento e di abilità acquatiche. La questione era dimostrare che se si sapeva nuotare, in acqua si poteva essere sicuri in ogni condizione e che la presenza di nuotatori aumentava la sicurezza di tutti.

India Docks

Il festival si tenne presso l‘East & West India Docks, un gruppo di banchine situate a est di Londra, dove gli inglesi a quell’epoca si imbarcavano per le Indie. L’appuntamento fu ripreso negli anni a venire e divenne un avvenimento molto atteso. Tra le prove preferite dal pubblico c’era quella in cui alcuni nuotatori inseguivano un’anatra, (un compagno agghindato ad hoc) che eseguiva una gran varietà di trucchi sott’acqua per non essere catturato.

nuoto indumentario

Il nuoto indumentario era  tipico di quel nuoto. Come tutte le forme che oggi sembrano strane, aveva un suo perché nella visione del tempo. I vestiti erano un impiccio per chi cadeva in acqua, e quindi sapersela cavare senza levarli poteva essere determinante per la sopravvivenza. Immaginate un borghese dell’800 e capirete subito il perché. Tra scarpe allacciate, panciotto, camicia, giacca, cardigan, bombetta e magari ombrello … fare movimenti in acqua era davvero un’impresa. Per le donne era ancora più complicato.

nuotare vestiti

La prova indumentaria consisteva nel gareggiare su una certa distanza perfettamente addobbati. L’outfit era quella del perfetto gentiluomo della City. Si nuotava con tanto di copricapo, bombetta o cilindro a seconda del caso ed esistevano anche delle gare con l’ombrello. Per il pubblico assistere era uno spasso, e naturalmente una ghiotta occasione per scommettere qualcosa. La cosa che rimaneva in tutti, però, era l’idea che padroneggiare in quel modo i movimenti del nuoto assicurava la interessantissima possibilità di cavarsela e magari anche quella più filantropica di poter soccorrere gli altri.

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