Monica Boggioni, dottoressa magistrale da 110 e lode in biotecnologie mediche

PAVIA – La campionessa azzurra di nuoto paralimpico, nonché consigliere nazionale in quota atleti per la Federazione Italiana Nuoto Paralimpico Monica Boggioni si è laureata ieri in Biotecnologie mediche all’Università degli Studi di Pavia: 110 e lode.

Dopo la triennale in periodo di pandemia, conclusa con il voto di 110 su 11o, la nuotatrice pavese chiude il suo percorso di studi con il massimo dei voti. Un messaggio forte per il movimento, da parte una figura del suo calibro, che è riuscita ad eccellere nello sport e nello studio: sport e studio, si può fare. Un esempio per tanti, nei mesi scorsi era stata coinvolta per un incontro con gli studenti di Scienze Motorie dell’ateneo pavese, proprio per portare testimonianza sul valore dello sport.

La sua tesi, dal titolo “Ricerca di varianti criptiche di splicing e nuovi geni per migliorare il tasso diagnostico nella sindrome di Joubert” Relatrice: Prof.ssa Enza Maria Valente, Correlatore: Fulvio D’Abrusco è stata sviluppata all’interno del Laboratorio genetica medica dell’Università degli Studi di Pavia – Telethon.

Abbiamo raggiunto Monica che ha commentato così la conclusione del suo percorso di studi

Sono davvero molto soddisfatta di aver concluso tutto il percorso di studi, ma soprattutto di averlo portato a termine facendo un tirocinio di tesi in un ambito per me davvero interessante, ossia quello della genetica medica, grazie alla prof.ssa Valente e al suo staff.

Sono riuscita a portare avanti il mio percorso di studi insieme a quello di atleta cercando di fare bene entrambi, proprio perché ci tenevo e mi piaceva. Sicuramente non è stato facile riuscire a conciliare tutti gli impegni, però con determinazione e, come insegna il nuoto, guardando sempre a traguardi a lungo termine, è fattibile. Le gare di nuoto rappresentano gli step intermedi per raggiungere l’obiettivo finale di una gara più importante. Così sono gli esami all’Università: gradini che si devono salire per raggiungere la vetta. Sicuramente sono due emozioni diverse, ma sono felice di averla vissuta anche in ambito universitario. Finalmente in presenza, dopo anni in cui anche questo ci era stato tolto. C’erano i miei amici, la mia famiglia che per me è il pilastro portante: ci sono sempre e mi sostengono in ogni momento.

La tesi che ho preparato e discusso mi ha davvero soddisfatta e poi un domani… chi lo sa! Mi piacerebbe portare le mie conoscenze in ambito di genetica medica nella Polizia di Stato, per me è un onore farne parte. Per ora continuo a concentrarmi sul nuoto, il mese prossimo abbiamo un appuntamento importante a Berlino con un’altra tappa della Coppa del Mondo e poi i Mondiali a Manchester e poi, guardando a medio lungo termine, ci aspettano le Paralimpiadi di Parigi 2024. Un periodo intenso, in cui il nuoto richiederà molto impegno; però utilizzerò questo tempo per continuare ad approfondire gli studi e poi un domani vedremo.

Mi ha fatto tanto piacere lavorare all’interno dei laboratori di ricerca Telethon, è stato un onore essere ambasciatrice durante la maratona Telethon e anche un grande piacere perché l’idea di poter contribuire, anche solo in piccolissima parte a dare delle risposte, o comunque a migliorare le condizioni di vita di certi bambini affetti da malattie ancora poco conosciute mi rende felice.

La ricerca in ambito medico è un pò come lo sport: devi avere fiducia nel risultato finale e non arrenderti mai, passo dopo passo.

Per chi ha il piacere di conoscerla, Monica è una ragazza molto determinata, che riesce a coordinare e gestire con attenzione i suoi numerosi impegni. Si conclude un percorso intenso: allenamenti tra Lodi (in vasca da 50 metri) e Pavia, tirocini universitari, e la scuola guida, che le ha permesso di raggiungere autonomia anche negli spostamenti.

La famiglia Boggioni: Matteo, papà Marco, mamma Anna insieme a Monica.

 

Atleta tesserata per il Pavia Nuoto e per il Gruppo Sportivo Fiamme Oro della Polizia, Monica sogna per il suo futuro post sportivo un percorso professionale che possa conciliare i suoi studi sul DNA con il suo impegno con la Polizia, ma non esclude di potersi impegnare anche per la ricerca.

 

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