Prove

Le prove dell’esistenza del crawl sono archeologiche. Graffiti, rilievi, dipinti, monete. Solo tardi arrivarono suggestioni di parole nei testi e nelle storie. Dopo ancora testi descrittivi. Sono segni di qualcosa che è successo e noi li amiamo. Non sono tanti. Però sono significativi.

graffiti

Quando gli omini della Grotta dei nuotatori di diecimila anni fa hanno le braccia avanti nuotano a rana. Quando invece hanno una mano avanti e una dietro, o un piede sopra e l’altro sotto, probabilmente nuotano il crawl. Disegni fatti da esseri umani che sapevano fare un sacco di cose, suggeriscono sia stato così. Sono ipotesi. Per molti campate in aria. Per noi bellissime. Perché non dovrebbero essere vere?

bassorilievi, sigilli e decorazioni

Nel mondo antico parlava la pietra scolpita, l’incisione o la decorazione. Il crawl degli Assiri, per esempio, lo conosciamo da un bassorilievo  di Ninive, la loro capitale. L’immagine dice che tra i nuotatori guerrieri che assalivano le città, superando le difese d’acqua che le proteggevano, qualcuno usava la bracciata del crawl (880 a.C.). Lo stesso facevano molti anni prima egiziani dell’epoca faraonica. Lo sappiamo dal sigillo dei funzionari delle acque (3000 a.C.), un’ documento pubblico, quindi molto significativo. Roma repubblicana testimonia invece la presenza del crawl con  un pavimento a mosaico. E’ a Ostia antica, conservato benissimo. Raffigura Nettuno disteso in mezzo ad animali marini. Anche lui ha un braccio disteso avanti e l’altro dietro (139 a. C).

vasi

Per quanto riguarda i greci  molte informazioni ci arrivano dai vasi. Era usanza raffigurare tutto  in quei cocci, così importanti per la loro economia. Ne andavano orgogliosi. Nonostante fossero noti per nuotare sul petto, in questi vasi del 500 a.C. sono dipinti con chiarezza braccia alternate e testa fuori.

dipinti e monete

Un altro modo romano di farci sapere le cose, sono gli affreschi delle loro case. Nel Museo nazionale romano ce n’è uno in cui si vede Leandro, il grande nuotatore del mito olimpico, che nuota a braccia alterne. L’immagine è del 30 a.C. Anche le monete parlano di crawl. Per farle si ispirarono ai greci. Facilitavano il commercio con le loro colonie. Ma dicevano anche molto della civiltà che le produceva. Dicevano, per esempio, chi erano gli dei da onorare o i potenti da seguire. Davanti ad una dea, nella moneta qui a fianco, c’è senza dubbio un nuotatore. Usa le braccia alternate per spostarsi nell’acqua. Anche lui è decisamente un crawler.

 

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