I Cavill, la famiglia del crawl: Fredrick.

Era difficile pensare di vivere di nuoto nell’800. Anche nell’Inghilterra vittoriana che l’aveva reinventato. Fredrick Cavill, però, il capostipite della famiglia che fece il crawl, lo aveva fatto. Qualcosa guadagnava sfidando altri gentiluomini, qualcosa ideando imprese acquatiche che eccitavano la fantasia del pubblico. Qualcosa lo tirava su insegnando. Era la fama che gli portava i clienti, clienti che pagavano a lezione. La sua scuola di nuoto era a Brighton, dov’era il suo club, il più antico sodalizio del paese. Tra gli allievi ebbe anche la regina Maria, Victoria Mary Augusta Louisa Olga Pauline Claudine Agnes, moglie di Giorgio V. La svolta decisiva, però, quella che gli consentì di affermarsi nella società inglese, ci fu solo quando aprì un bagno tutto suo a Kensington. Così divenne imprenditore, cominciò ad organizzare eventi e acquisì quel titolo di “professore” che all’epoca veniva dato ai più grandi esperti dell’arte del nuoto.

in marina

Frederick era nato il 10 luglio del 1839 proprio a Kensington, uno dei quartieri più esclusivi di Londra. Suo padre, John, faceva il carrozziere. Sua madre Isabel era nata Strachan. La sua educazione formale , però, l’aveva ricevuta in marina, cominciando da apprendista sugli yacht reali Victoria, Albert e Fairy e finendo marinaio nella flotta del Baltico che fece la guerra di Crimea, sotto il comando di Sir Charles Napier.

nuotatore professionista

Congedato, divenne nuotatore di professione, grazie ad una “costituzione robusta” al “petto largo” e alla sua “grande potenza muscolare“. Fu campione inglese nel 1862, quando già insegnava a Brighton, vincendo la prova delle 500 iarde con un validissimo breastroke. Nello stesso anno, il 13 di gennaio, sposò  Maria Theophila Rhodes, la cugina del famoso Cecil Rhodes, il più grande avventuriero dell’Impero di sua Maestà. Nel luglio del 1876 fece invece la sua prima impresa memorabile: nuotare per oltre venti miglia dal London Bridge a Greenhithe, la distanza più lunga mai fatta sul Tamigi. Il mese successivo replicò,  nuotando da Southampton a Southsea Pier e da Dover a Ramsgate. Fu famoso anche per i suoi salvataggi. Tra il 1860 e il 1870, ricevette ben tre medaglie dalla Royal Humane Society, l’ente benemerito che si era inventata la pratica del salvamento e del pronto soccorso. Ogni premio corrispondeva ad una vita salvata.

la Manica

A trentasette anni, spinto dalla fama del Capitano Webb, cercò di ripetere l’impresa della Manica. Un primo tentativo, però, finì malissimo, con lui a tre miglia dalla costa completamente privo di forze, senza nessuno che potesse aiutarlo. Naturalmente ci aveva riprovato. La seconda volta si era procurato un battello d’appoggio, ma dopo diverse ore di nuotata al buio, con onde cresciute a dismisura e una situazione sempre più pericolosa, era capitato che il capitano del battello, spaventato per i rischi alla sua barca, aveva deciso di caricarlo a forza. Purtroppo, spuntata l’alba, Fredrick s’era accorto di trovarsi a solo duecento metri dall’arrivo. Così aveva tentato di farsi convalidare l’impresa lo stesso, ma i giudici non avevano voluto ascoltarlo.

Emigrazione

La delusione per quel disconoscimento fu tale da spingerlo a mollare tutto e decidere di trasferirsi in Australia. Con lui partirono la moglie, le figlie Madeline, Alice e Fredda e i figli Ernest, Charles, Percy e Arthur. In Australia, sarebbero nati altri due pargoli: Sydney e Dick, i principali artefici della nascita del crawl.

Melbourne e Sidney

Cavill arrivò a Melbourne nel febbraio del 1879, ma si trasferì in poco tempo a Sydney per riprendere la sua professione di impresario di piscine e istruttore di nuoto.  Grazie alla concessione dei Lavender Bay Baths di Sidney fece una vita piuttosto tranquilla. Nel 1884 pubblicò anche un libro, “How to Learn to Swim”, che spiegava come insegnare. Col tempo istituì anche un bagno tutto suo, a Farm Cove, il “Natatorium”, che divenne famoso per la particolare struttura galleggiante, fatta con doghe di legno chiaro, che lo rendeva inimitabile. I suoi bagni furono sempre luoghi di ritrovo popolari, anche se in certi momenti, subirono una certa opposizione da parte della popolazione benpensante, che non vedeva di buon occhio gente che se andava in giro “senza addosso i vestiti”.

epilogo

La leggenda di suoi bagni si concluse nell’inverno del 1909, quando, durante la notte, una tempesta strappò il Natatorium dagli ormeggi e lo fece schiantare sugli scogli. Il professore, che a quell’epoca aveva settant’anni, non se la sentì di ricominciare e decise di ritirarsi. Paralizzato da trent’anni di reumatismi,  morì il 9 febbraio 1927 a Marrickville. Fu sepolto nella sezione anglicana del cimitero di Waverley. Gli sopravvissero quattro dei suoi nove figli. Tutti ebbero storie affascinanti che riguardavano il nuoto.

 

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