1883: la guerra degli Amateurs

1881 Brighton Swimming Club, società rigorosamente dilettantistica.

 

Il talento degli “Amateurs” del 1883 si chiamava Tom Cairns e nuotava nell’Everton Swimming Club di Liverpool. In quell’anno aveva vinto il titolo nazionale delle 220 iarde targato Swimming Association of Great Britain, mettendo dietro J.Blew Jones dell’Otter Swimming Club e a W.R.Itter dei Torpedo. Negli anni successivi avrebbe vinto ancora e sarebbe diventato famoso. Ciò che non immaginava era la guerra che la sua vittoria avrebbe scatenato tra i compagni di avventura.

litigi

Era il dilettantismo stesso a spingere alla zuffa. Gli amateurs, infatti, si prendevano in continuazione. Per i professionisti era più semplice. Si trattava di “spartire il bottino“. Tutto andava bene se c’erano le garanzie. Per i dilettanti, invece, era più complicato. Erano sempre “questioni di principio“, anche quando erano questioni di soldi (o potere) e coi principi saltava fuori l’ideologia, e con l’ideologia, comunque la si metteva, andava sempre a finire  in “caciara”.

motivi

Gli Amateurs avevano litigato su tutto.  All’inizio lo avevano fatto per definirsi. Dato che gareggiavano per “puro piacere” come dovevano comportarsi con i premi? Dovevano rifiutarli? Lasciarli agli organizzatori ? Oppure dovevano prenderli e donarli ai loro club di appartenenza?. Avevano fatto in tutti i modi e nessuno aveva trovato la soluzione. Poi era saltata fuori la questione del dichiararsi. Se lo facevano, infatti, in caso di vittoria non potevano prendere soldi. Se non lo facevano, invece, avevano la possibilità di cambiare idea anche all’ultimo momento. La vittoria nelle gare open, di solito, valeva cinque sterline, che non era male. A volte, grazie a benefattori locali, si aggiungevano regalie come “un barile di ostriche, una libbra di tè, un prosciutto di York di prima qualità e persino un paio di pantaloni“.

ritrattazioni

Se il vincitore s’era dichiarato dilettante si nominava qualcuno che riceveva il denaro per lui e acquistava il premio da dargli. Un problema capire se avveniva davvero così. Però il nostro uomo poteva ancora cambiare idea, anche se si era già espresso, perché gli veniva chiesto un ultima volta, prima della premiazione, se davvero volesse rimanere dilettante. Abusi e tradimenti erano così all’ordine del giorno che i dilettanti si orientarono verso un codice sempre più restrittivo. Meglio lasciare i professionisti e fare tutto sempre da soli.

Lo status di dilettante

Da questa situazione era nato lo “status di dilettante“, una patente per gareggiare tra gentiluomini. Il primo agosto 1880 l’Amateurs Athletics Union aveva chiarito. Dilettante era “colui che non ha mai insegnato, perseguito o assistito nella pratica del nuoto o di qualsiasi altro esercizio atletico come mezzo di lucro, e che non ha mai gareggiato per un premio in denaro o con un professionista. Lo stato di dilettante naturalmente si poteva perdere. Per riottenerlo ci voleva un periodi di sospensione importante e un giudizio molto severo della federazione sulle intenzioni e i comportamenti del richiedente. Quattro clausole rendevano esplicita la condizione per perderlo: prendere parte ad una gara a premi con qualche non dilettante, trarre profitto pecuniario da un premio direttamente o indirettamente, prender parte a gare “All England Handicap“, cioè “aperte a tutti” o in  competizioni non strettamente limitate ai dilettanti, gareggiare per scommessa o in una prova su cui qualcuno aveva puntato del denaro.

Tom Cairns

Con Cairns, però, si superava l’insuperabile. Si trattava della questione di lana caprina sul fatto che chi fa il bagnino di mestiere avrebbe un vantaggio non lecito da un esercizio fisico a pagamento e quindi non sarebbe un vero “amateur”. Tom Cairns faceva il bagnino e aveva vinto. Così nacque l’immonda baruffa. Di fronte alla possibilità che non fosse squalificato, sei club, tra cui Ilex e Otter, due dei pilastri dell’SAGB, fecero la voce grossa e uscirono dalla federazione. Così in Gran Bretagna ci sarebbe stata una seconda associazione di dilettanti: l’Amateur Swimming Union (ASU). La cosa risultava assai patetica. Quattro gatti si dividevano in due. Nonostante l’assurdità e conseguenze negative sul valore delle gare, questa spaccatura durò per tre anni.

Sara Curtis: "Sorridere è una buona medicina. Mi fido di Thomas, ma soprattutto lui si fida di me."

Sara Curtis: “Sorridere è una buona medi...

Il sorriso è il suo biglietto da visita. Per Sara Curtis si tratta di una stagione che sta evolvendo in ...

NEWSLETTER

Lasciaci i tuoi contatti e rimani aggiornato sulle nostre iniziative