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Congresso Nazionale Cardiologia dello Sport a Siena: "Lo Sport come terapia che cura"

Si è concluso il Congresso Nazionale svoltosi a Siena il 23 e 24 maggio “Cuore e Sport 2025: tra competizione, prevenzione e… prescrizione”. Tra i relatori il prof. Marco Bonifazi.

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Si è concluso il Congresso Nazionale svoltosi a Siena il 23 e 24 maggio “Cuore e Sport 2025: tra competizione, prevenzione e… prescrizione”. Tra i relatori, nonchè organizzatore e parte della segreteria scientifica del Congresso , il prof. Marco Bonifazi, responsabile del Centro studi e ricerche della Federazione Italiana Nuoto e presidente della Commissione medico-scientifica e coordinatore tecnico dei settori agonistici. 

Un congresso molto partecipato, che ha visto in aula anche molti specializzandi, grazie all'eccellente coordinamento del prof. Flavio Ascenzi, presidente del congresso e principale organizzatore. 
Se all’apparenza può sembrare un argomento che, come tecnici e operatori sportivi, ci riguarda in maniera incidentale, in realtà ci siamo dentro con entrambi i piedi e con le scarpe.

Non spetta al tecnico fare diagnosi e prescrizioni, ma abbiamo la responsabilità di seguire atleti e utenti con la massima professionalità e questo significa che bisogna avere contezza anche di queste tematiche.

Durante il convegno è emerso come lo sport non venga inteso solo come una pratica consigliata per uno stile di vita salutare, ma come terapia che cura.
La valutazione funzionale e la prescrizione dell’esercizio fisico in ambito cardiologico segnano una nuova cultura e una nuova frontiera nell’ambito della medicina dello sport. Si è parlato infatti del nuovo Documento di Consenso 2025 SIC Sport/FMSI sulla prescrizione dell’esercizio fisico in ambito cardiologico. È stato evidenziato come in atleti di alto livello la patologia cardiaca comporti la non ideoneità per la pratica sportiva agonistica, ma allo stesso tempo la prescrizione dell’esercizio fisico in ambito cardiologico ha la valenza e l’efficacia di un farmaco. A tal proposito verrà proposta una classificazione delle attività motorie, distinguendole in funzione dell’impegno cardiocircolatorio richiesto e del sistema metabolico interessato. Lo sport può curare, ma soprattutto può prevenire alcune malattie cardiovascolari. Le ricadute positive della pratica sportiva, a qualunque livello, sono verificabili nel sistema endocrino, neurologico, cardiovascolare e muscoloscheletrico. 
Si è parlato di FITT: Frequenza, Intensità, Tempo e Tipologia, ossia gli ingredienti che compongono la prescizione dell’esercizio fisico.

Il prof. Bonifazi, nel suo intrvento, ha parlato di come determinare le soglie per stabilire l’intensità corretta nella prescrizione dell’esercizio fisico, tematica già affrontata con la platea di allenatori che ha partecipato al monotematico FIN a Parma lo scorso 2 maggio. Ecco perché l’argomento non ci è estraneo e come operatori sportivi possiamo essere un anello fondamentale di questa catena. Le cinque zone che differenziano le soglie, il rapporto tra lattato e intensità per valutarle, gli effetti fisiologici dell’allenamento in FATmax, ossia la massima potenza lipidica e il controllo dell’intensità dell’esercizio aerobico sono conoscenze che un tecnico deve avere per poter essere di supporto all’atleta e/o all’utente.

Nella lectio magistralis il prof. Martin Halle (Monaco - GER) ha ripreso quanto proposto dal prof. Bonifazi per parlare di come i test cardiopolmonari e i test sul lattato vadano letti e applicati nella prescrizione dell’esercizio fisico.
 

Marco Bonifazi:

La valutazione funzionale degli atleti di alto livello è utile per individuare le zone di intensità più adatte per stimolare adattamenti nel rispetto della tecnica e efficienza del movimento. Questi concetti possono essere trasferiti alla prescrizione dell’esercizio per la prevenzione primaria (che riduce la possibilità che persone sane si ammalino) e secondaria (che riduce le conseguenze della malattia) in modo che l’esercizio sia efficace e sicuro. Infatti, le risposte all’esercizio di un sedentario (sano o anche affetto da una patologia non grave e compatibile con l’esercizio) sono del tutto simili a quelle dell’atleta di alto livello, mentre, ovviamente, la prestazione è molto superiore nell’atleta. Quindi, la ricerca scientifica rivolta a aiutare atleti e allenatori a applicare l’allenamento più efficace può anche aiutare le persone a praticare l’esercizio fisico in modo efficace per il proprio benessere prevenendo e trattando le malattie non trasmissibili come quelle cardiovascolari, metaboliche e tumorali.

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