Open di Spagna. La crisi del mezzofondo femminile. Solo due iscritte nei 1500 stile libero.
Da Belmonte a oggi un netto cambio di rotta. La riesamina del quotidiano spagnolo La Vanguardia
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Il quotidiano spagnolo La Vanguardia pone una riflessione in merito al nuoto femminile spagnolo firmato da Alberto Martinez alla vigilia dei Campionati nazionali di Palma De Mallorca, validi come prova di selezione per il mondiale di SIngapore. Al momento, solo quattro atlete hanno già staccato il pass per la rassegna iridata: Ángela Martínez, Estella Tonrath, Emma Carrasco e Laura Cabanes. Tra gli assenti, Carles Coll, fermato da problemi con il visto, mentre si attende la prova di Hugo González, recentemente trasferitosi al CN Terrassa dopo un’esperienza negli USA. Ma il dato messo in evidenza da Alberto Martinez è la scarsa partecipazione alle gare femminili del fondo, nei 1500 stile libero sono iscritte solo due atlete, il che impedirà l’assegnazione della medaglia di bronzo, e negli 800 stile sono iscritte sette atlete, meno delle corsie disponibili per la finale.

Xavi Casademont, responsabile del CAR di Málaga (polo del fondo e del nuoto in acque libere):“Non puoi andare a tutte le guerre. Se queste atlete dedicassero tutto alla piscina sarebbero più competitive, ma le acque libere hanno già dato risultati concreti, quindi si sono fatte delle scelte.”
il direttore tecnico Santi Veiga: “Abbiamo ottenuto buoni risultati in acque libere. Un gruppo si sta preparando a Sierra Nevada. Non possiamo puntare su tutto. Nel precedente ciclo olimpico c’era l’intenzione di puntare sulle gare tra 50 e 200 metri, tralasciando prove come 400, 800 e 1500 stile e i 400 misti.”
La Spagna ha avuto una tradizione importante nel mezzofondo femminile con atlete come Mireia Belmonte, Erika Villaecija, Jimena Pérez..
Xavi Casademont. “È cambiata la direzione. La chiamo la teoria del pendolo. Ora si punta sulla velocità”
Due dei tre centri di alto rendimento, Sant Cugat e Madrid, si concentrano sulle gare sprint (50-200 metri). Solo Málaga continua a lavorare sul fondo e sulle acque libere.
“Le specialiste sulle lughe distanze si stanno riducendo. I club stessi preferiscono programmi più funzionali, concentrati sulle distanze brevi. Tra le migliori nei 1500 e il resto c’è un abisso, molto più marcato rispetto ai 200”
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