Paolo Barelli: "Bilancio Europei commovente, più forti delle restrizioni. Ora basta con chiusure irresponsabili"
Il presidente di Federnuoto tiene alta l'attenzione sulla drammatica crisi del settore
In chiusura della prima settimana di gare a Budapest il presidente di Federnuoto Paolo Barelli traccia un primo bilancio, sempre con un occhio attento alle scelte governative in materia di piscina coperte.
Il bilancio della prima settimana è commovente perché le medaglie e i risultati conseguiti condensano tutti i sacrifici compiuti dal nostro mondo severamente colpito da pandemia e relative decisioni. Per il movimento acquatico, dai praticanti ai campioni, la serrata obbligatoria delle piscine ha generato conseguenze catastrofiche, piegando persino la resistenza di quei pochi che sono riusciti a tenere aperti gli impianti solo per consentire le attività degli atleti di interesse nazionale con inevitabili perdite. Società e associazioni sportive e gestori delle piscine hanno dimostrato nel corso degli ultimi 15 mesi responsabilità e disponibilità per garantire la pratica dell'attività sportiva in piena sicurezza, investendo peraltro ulteriori risorse economiche in strutture e accessori che rispondessero alle prescrizioni determinate dalle autorità. Il prosieguo della chiusura, immotivato e irresponsabile anche alla luce di illustri ricerche scientifiche che hanno dettagliatamente illustrato l'azione invalidante del cloro sul virus COVID-19 in 30 secondi, ha piegato la resistenza di molte realtà, piccole e grandi, locali e consorziate. C'è chi ha fallito, chi è sommerso dai debiti e non aprirà più. Nel frattempo abbiamo perso un anno di corsi di nuoto, un anno di bambini che magari hanno deciso di dedicarsi ad un altro sport, un anno di insegnamento del nuoto, che è assurdo sottovalutare in un Paese come l'Italia che ha oltre 7500 chilometri di costa senza considerare gli spazi lacuali e fluviali. Abbiamo perso campioni del futuro; magari se avessero trovato chiuso i genitori di Federica Pellegrini e Gregorio Paltrinieri li avrebbero indirizzati ad un altro sport piuttosto che lasciarli poltrire. Stiamo perdendo piscine che senza adeguati sostegni economici diretti e indiretti chiuderanno e di conseguenza praticanti e futuro. Perciò i risultati di Budapest assumono una valenza che va oltre l'aspetto prettamente sportivo, di cui siamo orgogliosi e fieri, e identificano l'effetto della resilienza del nostro movimento. Lunedì 17 maggio alle 18:00 abbiamo lanciato la campagna di sensibilizzazione #salviamolepiscine. Unitevi a noi, con il dovuto riguardo per le istituzioni e la fermezza della nostra identità. Facciamo sport. Produciamo salute, benessere, educazione. Veicoliamo valori sani. Formiamo le generazioni del futuro e curiamo il presente. Meritiamo rispetto.
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