Il DT Cesare Butini. "Una nazionale delle meraviglie."
"Grazie al lavoro dei tecnici, della Federazione e soprattutto delle società."
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"Grazie al lavoro dei tecnici, della Federazione e soprattutto delle società."
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Il Direttore Tecnico Cesare Butini, al termine della sesta giornata di gare ai microfoni di RaiSport.
"Abbiamo chiuso in bellezza: 10 medaglie, nostro nuovo record, e il primo posto nel medagliere. Molti giovani sono saliti sul podio e i sette debuttanti si sono rivelati veri protagonisti. Un risultato importante per l’Italia e per loro. Una nazionale delle meraviglie.
È qualcosa che ci rende davvero orgogliosi: un’occasione unica, al di là delle medaglie — alcune anche sorprendenti — che abbiamo raccolto. Oggi eravamo presenti in tredici finali, e questo è possibile grazie al lavoro dei tecnici, della Federazione e soprattutto delle società. I ragazzi ci hanno creduto fino alla fine, con la massima concentrazione. Non hanno mollato davanti alle difficoltà: oggi c’è stato qualche problema dal punto di vista sanitario, nulla di grave, le classiche malattie di stagione, ma la squadra ha reagito in modo impeccabile.
Ci sono gare in cui dovremo ricostruire qualcosa, ma l’esempio è fondamentale: l’emulazione spinge a diventare migliori. Abbiamo 18 anni di differenza tra la più esperta e la più giovane, e questo dimostra la profondità del nostro movimento. Sara Curtis è lanciata verso un percorso importante: dobbiamo sostenerla in ogni modo, farle sentire la nostra vicinanza durante la preparazione. È sulla strada giusta, soprattutto pensando ai 50 in ottica olimpica."
La viglia delle finali
"Un bilancio si può iniziare a tracciare, anche se il vero valore di questi Europei si vedrà solo dopo le finali del pomeriggio: è il medagliere a definire la misura complessiva, quindi aspettiamo prima di tirare conclusioni definitive.
Questa Italia mi è piaciuta, e soprattutto non sorprende più: conferma un ruolo da protagonista stabile nel panorama europeo. Tra le note più positive metto i due finalisti di ieri nei 100 stile libero: oltre alla straordinaria Sara Curtis, il giovane Carlos D’Ambrosio è andato vicino alla medaglia, pagando solo qualche inevitabile errore di inesperienza. L’Italia può guardare a Los Angeles 2028 con fiducia.
Per arrivarci servirà lavorare molto: mantenere alta l’attenzione sugli atleti più esperti attraverso raduni mirati, competizioni internazionali e un monitoraggio tecnico costante con il supporto federale. Allo stesso tempo occorre accompagnare i più giovani e meno esperti, proteggendo il loro percorso di crescita e permettendo loro di maturare.
La squadra ha risposto ancora una volta con compattezza: nessun problema, grande spirito da parte di tutte e tutti, dalla più giovane alla più esperta. Non siamo un gruppo che cerca scuse: le condizioni climatiche non aiutano, come già accadde a Singapore, ma è una situazione che vale per tutte le nazioni.
Il livello di questa edizione, nonostante l’assenza della Russia, è cresciuto moltissimo. Parigi 2026 sarà un test preolimpico di altissimo valore.
I giovani non hanno timori reverenziali: osservano, apprendono e provano a emulare i veterani. Mi piace pensare che anche oggi i debuttanti possano regalare prestazioni importanti.
Al di là dei tanti personal best dei più giovani, è confortante vedere Simona Quadarella continuare a migliorare nonostante l’esperienza già consolidata: abbiamo bisogno di lei almeno fino al 2028.
In campo femminile, il gap con Cina, Australia e Stati Uniti è determinato soprattutto dalle individualità. Atlete come Sara Curtis, che si allena con loro spero possa trarre spunto da quel contesto. L’Europa sta riducendo il divario, lo dimostra Marrit Steenbergen, ma la differenza la fanno i fuoriclasse assoluti. In termini di densità, però, il nostro movimento è ormai vicino."

MEDAGLIERE ITALIA
ORO (9)
ARGENTO (5)
BRONZO (6)
QUARTI POSTI
RECORD DEL MONDO
RECORD EUROPEI
RECORD ITALIANI
AZZURRI IN FINALE
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